Regia di Carles Torras vedi scheda film
La trama è presto detta, ma per dirla per bene diciamola, non in sintesi, così: Angel e Vanessa sono una bella coppia dagli istinti coniglieschi, d’altra parte sono giovani e belli e hanno lecitamente voglia di fare un figlio. Angel fa l’infermiere sulle ambulanze (parentesi: carino l’incipit con la signora sanguinante che grida sottosopra, intrappolata nell’abitacolo della sua auto incidentata...), Vanessa lavora part-time in un call center, ma intanto studia veterinaria. Angel appare subito un po’ stronzetto: si frega la roba delle vittime che soccorre, traffica con piccoli malviventi riciclatori e spacciatori, e ha la faccia-da-cazzo giusta per tutto il ruolo che gli verrà chiesto di interpretare (chiedo scusa a Mario Casas, molto bravo). Vanessa ( Deborah Francois) è invece un angioletto paziente e comprensivo, e non per caso il figlio che non arriva è dovuto all’infertilità di lui e non di lei. Piccato nell’onore da questa notizia, in aggiunta alla sua indole poco gentile e rispettosa, Angel si becca pure una tranvàta storica intanto che lavora sull’ambulanza, il suo collega ed amico conducente ne esce illeso, mentre lui finisce sulla sedia a rotelle. La colpa, naturalmente, è di tutti quanti tranne sua, compreso il cagnetto che abbaia di notte nell’appartamento di fianco al quale, tra tutti gli altri, Angel non risparmierà le sue “gentili” attenzioni. Con il classico atteggiamento della vittima piagnona, Angel inizierà a spiare (molto) scorrettamente la sua ragazza, la quale, scoperta la cosa, lo pianterà in asso. Da qui comincia la storia di una pazzia furiosa che si spingerà a comportamenti estremi, con un effetto piuttosto disturbante per lo spettatore che non lo lascerà mai fino all’ultimo (forse penultimo) fotogramma.
Netflix mostra tutta la sua potenza mediatica sfornando in tempi record (ma come ha fatto? Non c’ea il lockdown anche sui set? Speriamo che sia solo un audio-montaggio...) forse il primo film in cui viene citato l’esordio cinese della pandemia COVID19, e dato che c’è ne approfitta, usando parametri di sceneggiatura visti e rivisti sul tema del Mostro e La Bambina, per inchiodare un altro po’ il mondo al terrore che già lo sconvolge. Devo dire che lo fa bene, maledetti loro, perché la tensione sviluppata da questo film è notevole prima ancora di essere banale, e perché il Mostro che Angel scarrozza con matematica precisione è reso matematicamente uguale al Mostro che stiamo diventando un po’ tutti.
La colpa, naturalmente, è dei COVIDS (plurale), mica nostra! Noi tifiamo tutti per Vanessa, anche se alla fine votiamo tutti per Angel. Se devo dare un consiglio: non guardate questo film, vi fa solo male. O quanto meno, indossate la mascherina.
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