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Father

Regia di Srdan Golubovic vedi scheda film

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La recensione su Father

di alan smithee
8 stelle

32° TRIESTE FILM FESTIVAL - IL CINEMA DELL'EUROPA CENTRO-ORIENTALE ED. 2021 - Concorso lungometraggi
Una famiglia allo stremo a causa della mancanza di lavoro che ha reso il capofamiglia un precario legato a lavori saltuari, faticosi e sottopagati.
Dopo mesi di stenti, la ancor giovane moglie si reca nella fabbrica che tempo prima lincenziò il marito per rivendicare la mancata corresponsione della dovuta liquidazione, compiendo un gesto plateale he la riduce in ospedale. I figli, considerata la situazione disagiata in cui la famiglia è costretta a vivere nella casa d proprietà, ma ancora da ultimare, senza luce ne acqua corrente dopo che i fornitori hanno revocato i contratti non onorati, vengono assegnati ad una famiglia affidataria nella capitale serba, senza che nemmeno il padre, impegnato a lavorare nei boschi ed avvisato solo decisioni ormai prese, possa dar loro un cenno di saluto.

Risoluto a sistemare la casa in modo che risulti idonea ad allevare due figli minori, disposto a tutto pur di tornare a poter beneficiare di un lavoro regolare e adeguatamente retribuito, ma soprattutto risoluto a riottenere la custodia dei propri adorati figli, l'uomo, praticamente senza mezzi e durante l'inverno proibitivo di quelle zone boscose della Serbia, intraprende un lungo peregrinaggio di oltre 300 km per raggiungere Belgrado e rivendicare, al ministero interessato, il diritto alla riassegnazione della propria prole.
Un viaggio che diventa un calvario, contrassegnato da difficoltà solo scalfite da qualche azione di solidarietà, almeno finché la stampa intravede nell'impresa dell'uomo, la scintilla mediatica in grado di eleggere la triste storia, ad un evento di dominio pubblico.

Opera terza dell'interessante cineasta serbo Srdan Golubovic, Father si fa forte della sua narrazione realista lineare e lucida, che non sfocia mai in inutili o fuorvianti ricatti sentimentali, per descriverci una vicenda di cuore e di sentimenti genuini, in cui spicca, per validità di interpretazione e costruzione di ruolo, la figura solida e limpida, dignitosa e fin naturalmente eroica del protagonista, l'infaticabile, incorruttibile e inarrendevole padre del titolo, attraverso cui l'ottimo attore Goran Bogdan (un volto umano e dolce che ricorda l'attore e regista americano John Krasinski) fornisce una straordinaria prova di interprete.
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