Regia di Kim Yong-Hoon vedi scheda film
Scritto e diretto da Kim Yong-hoon, presentato al Far East Film Festival in anteprima nel 2020 (appuntamento fisso e prestigioso della città di Udine), Nido di vipere è un thriller godibile e divertente, che guarda molto a occidente. L'apertura focalizzata sulla splendida valigia Louis Vuitton è già preludio di una sinfonia noir che sale di tono durante tutta la narrazione, chiudendo nel finale il cerchio perfetto di una sceneggiatura temporale perfettamente ingannatoria. Ambientato ai giorni nostri in una città della Corea del Sud, dove si intrecciano a doppio filo la vita di diversi personaggi, eterogenei, sconnessi, disperati, malvagi, spietati, sfortunati. Cosa può innescare il ritrovamento di una valigia colma di soldi? Cosa implica la scelta di tenerla? Soldi, tanti soldi, in un Paese che soffre economicamente, è il fondamento su cui il regista costruisce i suoi personaggi, dando vita a tutte le sfaccettature dell'agire umano, comportamenti universali che valicano la Corea del Sud. La scelta stilistica del regista è orientata ai thriller occidentali. La valigia in primo piano richiama subito l'espediente di Psyco, così come prende spunto e citazione da Quentin Tarantino e la sua Pulp Fiction. Anche il tono indagatorio dell'ispettore di polizia (interpretato da Yoon Je-moon) sembra una citazione al Tenente Colombo. E' un noir che si tinge di diverse sfumature di colore, dando quel pizzico di comicità efficace in un dramma. Gli attori sono un mosaico perfettamente riuscito, spiccano la lady Jeon Do-jeon, Jung Woo-sung e la premio Oscar Youn Yuh-jung. Una sceneggiatura che riesce a tenere l’attenzione alta sino alla fine, in un’escalation di suspence. La scelta di inserire citazioni alla cinematografia passata è forse furba, ma vincente ed efficace, riuscendo ad essere originale e creando il giusto mix commedia-noir.
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