Trama
Christine è una senzatetto da molti anni. Isolata da tutta la famiglia e dagli amici, passa le giornate a cercare cibo e a vagabondare tra le vie del centro di Parigi. Una notte, Suli, un ragazzino burkinabé di 8 anni, piomba nella sua vita. Christine capisce che si è perso ed è lontano dalla madre. Insieme, contro ogni previsione, partiranno per un'avventura piena di emozione e tenerezza.
Approfondimento
SOTTO LE STELLE DI PARIGI: UNA FAVOLA TRA SENZATETTO E MIGRANTI
Diretto da Claus Drexel e sceneggiato dallo stesso con Olivier Brunhes, Sotto le stelle di Parigi racconta la storia di Christine, una donna che da anni vive sotto un ponte, lontana da familiari e amici. In una di quelle notti che sembrano esistere solo nelle favole, un bambino di otto anni irrompe davanti a lei: si chiama Suli, non parla francese, si è perso ed è stato separato dalla madre. Christine decide allora di aiutarlo a ritrovare la madre. Per le strade di Parigi, impareranno a conoscersi e a comprendersi: sarà questa l'occasione grazie a cui Christine ritroverà un'umanità che credeva oramai scomparsa per sempre.
Con la direzione della fotografia di Philippe Guilbert, le scenografie di Pierre-François Limbosch, i costumi di Karine Charpentier e le musiche di Valentin Hadjadj, Sotto le stelle di Parigi è stato così raccontato dal regista: "Dopo aver diretto nel 2013 On the Edge of the World, un documentario sui senzatetto, ho pensato a una storia di finzione che potesse raccontare il loro mondo. Ho un profondo attaccamento verso queste persone che fin troppo spesso vediamo solo sotto una prospettiva desolante. Volevo in qualche modo che emergesse tutta la loro bellezza, la loro sensibilità e la loro poesia. L'attrice Catherine Frot, toccata dal mio documentario, mi ha nel frattempo contattato e con lei ho discusso della possibilità di un progetto cinematografico che avesse i senzatetto al centro con una dimensione molto intima e delicata. Per la sceneggiatura, sono partito da Christine, una delle barbone che avevo realmente incontrato e che era già di suo dotata di una personalità atipica rispetto a chi la circondava. Ispirandomi a lei, ho voluto che fosse descritta in un ogni dettaglio della vita quotidiana, sottolineando quanta lentezza contraddistingua la vita di chi ha scelto di vivere ai margini. La giornata di un senzatetto è spesso segnata da attività che, come riti, si svolgono sempre alla stessa ora e negli stessi luoghi".
"Non è una novità sottolineare quanto la solitudine sia ciò che contraddistingue la vita di un barbone. Non potevo non mostrare quanto anche la mia Christine fosse sola. Almeno fino a quando non incontra Suli, un piccolo migrante che è stato separato dalla madre. Christine sembra quasi fuori dal mondo: è una persona distrutta, quasi morta dentro, che ha scelto di mettere una barriera tra lei e la comunità dei "vivi". Non parla più con nessuno, ha perso anche l'abitudine di farlo. Si comprende allora per quale ragione mostri ostilità nei confronti di Suli, anche se qualcosa ci dice che in passato abbia sofferto a causa di un bambino ma non sapremo mai se è vero oppure no. Ci chiediamo spesso cosa porti le persone a divenire senzatetto ma ricordiamoci che le ragioni possono essere complesse e molteplici. I senzatetto sono come giganti con i piedi di argilla: sono indeboliti da qualche frattura emotiva che spesso risale alla prima infanzia, riescono per un po' a rimanere nei binari della retta via e vedono la loro stabilità rotta da eventi improvvisi ma in grado di scardinare ogni equilibrio. Come nel mio documentario, ho voluto legarmi a ciò che Christine è piuttosto che cercare di analizzarla. Ho voluto però rompere un altro luogo comune. Si pensa solitamente che i senzatetto siano esseri persi, volgari, ubriaconi e non in grado di esprimersi bene. Si tratta di preconcetti che vanno sfidati e aboliti. Molti di loro hanno vissuto un'esistenza anche agiata. Alcuni continuano persino a leggere molto e sono più colti di quanto si pensi. Io stesso ho imparato molto dalla gente di strada e per tale ragione ho mostrato Christine molto interessata alla scienza, facendo pian piano scoprire come fosse in precedenza una ricercatrice".
Ha infine aggiunto Drexel: "I migranti occupano un posto molto importante in Sotto le stelle di Parigi. Parlare di come si vive per le strade dei Parigi e non toccare la questione migrazione nel XXI secolo mi sembrava utopico. Girando per le strade della capitale francese, sono rimasto un giorno colpito da una donna che era accompagnata dai suoi bambini molto piccoli. Mi sono chiesto cosa sarebbe successo ai figli se fossero stati brutalmente separati dalla madre. Da tale pensiero è nata l'idea del piccolo Suli, che si ritrova da un momento all'altro ad avere Christine come unico punto di riferimento. In grado di rompere l'isolamento psicologico di Christine, Suli mostra inoltre come spesso la gente tenda a comprendere i senzatetto ma non i migranti, a cui continua a riservare un atteggiamento molto ostile e poco solidale. Lo avevo notato già realizzando negli Stati Uniti il documentario America durante le elezioni presidenziali del 2016".
Il cast
A dirigere Sotto le stelle di Parigi è Claus Drexel, regista e sceneggiatore di origine bavarese che vive e lavora principalmente in Francia. Dopo gli studi scientifici e tecnici all'Università di Grenoble, si è trasferito a Parigi per studiare cinema. Ha mosso i primi passi con tre cortometraggi selezionati in un… Vedi tutto
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Commenti (6) vedi tutti
Poetico e commovente. Fa riflettere
commento di Artemisia1593Claus Drexel, che ha diretto questo film, ha un passato da documentarista: nel 2013 aveva infatti firmato il documentario "Au bord du mond" sugli stessi temi del film: le tragedie delle migrazioni, il mondo dei clochard che vivono sotto i ponti parigini, la solitudine, la solidarietà negata...
leggi la recensione completa di laulillaUn film che, senza troppi facili pietismi, racconta della difficoltà di vivere ai margini (ancor più in una grande metropoli come Parigi) e che vi unisce la storia di un incontro inaspettato in grado, per un breve tempo, di cambiare una esistenza monotona, sempre uguale e dedita alla sola sussistenza
leggi la recensione completa di galavernaFilm d'Attualità che nella Sua lentezza riesce a non annoiare ma ad incuriosire con questa delicata Storia.voto.7.5.
commento di chribio1Sonnacchioso filmetto di serie B, sceneggiato alla meno peggio.
commento di gruvierazUn film bello e commovente su una delle più grandi vergogne del nostro tempo. Il modo in cui vengono trattati gli immigrati nelle nostre citta'.
commento di DelfinoDelfino