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La casa dell'amore

Regia di Luca Ferri vedi scheda film

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La recensione su La casa dell'amore

di alan smithee
6 stelle

SICILIA QUEER FILM FEST

Il regista dell'eccentrico, interessante Abacuc, Luca Ferri, ci presenta la quotidianità casalinga e solitaria di Bianca, un transessuale di Quarto Oggiaro che vive di appuntamenti telefonici con cui si mette al servizio di clienti in cerca di esperienze particolari.

Figlio/a del noto scultore Cesare Riva, Bianca vive anche dei ricordi di un padre di cui è ancora piuttosto vivo il ricordo, adoperandosi pure lei a collaborare alle richieste di organizzazioni che intendono omaggiare la figura dell'artista, scomparso ormai da diverso tempo.

Intanto la virtualità dei contatti telefonici e via internet fa sì che la "ragazza", che curiosamente ostenta atteggiamenti femminili alternandoli alla singolare scelta di non nascondere affatto la sua originale provenienza maschile, ad esempio non apparendo mai con una parrucca che ne addolcisca i lineamenti, concentrandosi invece ad assumere ormoni per la crescita del seno, si ritrovi prigioniera del suo appartamento-rifugio, che le permette di esercitare quella attività e di accogliere la clientela, unica sua vera e concreta fonte di introito, peraltro tutto fuorché assicurato.

E così, tra giornate trascorse in attesa, al telefono anche con il compagno di origini brasiliane, tornato in patria per un po' di tempo a raggiungere la famiglia, ma parte integrante di quel business sessuale che consentiva alla coppia di vivere dignitosamente, emerge vivido un ritratto umano a tratti struggente, di fatto sincero e toccante, al servizio di un'opera ibrida tra documentario e fiction che completa la cosiddetta "trilogia dell'appartamento", iniziata nel 2016 con Dulcinea e proseguita nel 2018 con Pierino, ad esplorare la claustrofobica complessità di sentimenti che si addensano entro un interno abitato. 

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