Regia di Sergio Martino vedi scheda film
Lino Banfi mi ha sempre ispirato simpatia. Per la sua faccia buona, per la parlata pugliese che lo contraddistingue e per quel modo di fare "cinema ridicolo" senza cadere nel banale. La pellicola di Sergio Martino ne è un esempio manifesto e concreto, un film con un soggetto di trama valido a mantenere lontana la noia dello spettatore che, dopo l’iniziale incipit un po’ assonnante (parlo dei primi dieci minuti ma il mio giudizio potrebbe essere falsato dalla visione in notturna) comincia a scapicollarsi, insieme a Domenico Petruzzelli, uomo sempliciotto che svolge la sua vita tra casa e lavoro (è sarto di abiti talari, accreditato presso la Santa Sede), attraverso le sue improbabili avventure fedifraghe, con la fervida intenzione di potersi finalmente confrontare con l’inquilino del piano di sopra, Gabriele Arcangeli, suo caro amico e incallito playboy. Ma gli atti peccaminosi non sono così facili da svolgere e le bugie e i sotterfugi spesso creano equivoci e fraintendimenti. Così, colui che vuole tradire, finisce tradito, in bianco e pure mazziato. La trama scorre tra battute ed espressioni comiche del capace Banfi, credibile nel ruolo interpretato, sicuramente anche grazie all’ottimo cast che lo affianca. Bravissima Milena Vukotic ad interpretare la moglie sfigata e ripudiata, bellissima Edwige Fenech che incanta per la sua immensa bellezza e non ci fa notare (diciamo) la sua limitata capacità recitativa. Se confrontato con gli altri film di genere di cui fa parte, sembra di qualità superiore, di buona fattura, dove tutti gli elementi sono inseriti al posto giusto.
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