Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Un film tratto da un fatto di cronaca, e nello specifico da un articolo di cronaca nera giornalistico. Lizzani non è nuovo a operazioni come queste, di istant movie, alle volte riusciti molto bene altre un po’ meno. Certo non eravamo nell’ultimo periodo di questo regista, alle volte più che interessante, dove la piattezza televisiva aveva preso tutto il suo campo visivo. Qui ci sono tracce di cinema neo-realista, a cui il regista era molto legato, con occhiatine nel melodramma popolare. Non tutta la sceneggiatura del film regge bene, in special modo nell’arringa finale di Massimo Girotti, ed anche in diversi accordi di storia dove si trascura il taglio giusto, per scadere nel manierismo. Assieme a Girotti abbiamo Giulietta Masina, nel ruolo melodrammatico della compagna dell’imputato, e dove sappiamo che le corde di quest’attrice, se non dosate bene da un’ottima regia, scadevano nel sentimentalismo acuto. Marina Berti ha un ruolo non proprio centrato, ma altilenante e poco credibile. Da mettere in evidenza una discreta direzione di fotografia firmata da Gianni Di Venanzio.
una sroria tratta dalla cronaca
dopo Cronache di poeveri amanti, discreta trasposione cinematografic, abbiamo questo film, non male, ma che scade alle volte sull'ovvietà
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