Regia di Tim Sutton vedi scheda film
Seguendo le orme di Cosmo Jarvis (attor giovane sino a poco fa a me sconosciuto) mi sono imbattuto in questo piccolo, generoso, oscuro film a sfondo sociale ambientato nella New York dei giorni nostri: le speculazioni edilizie non sono più quello delle generazioni precedenti, quelle che avevano sì arricchito a dismisura molti scaltri e capaci imprenditori, ma avevano anche contributo a diffondere il benessere spalmandolo su tutte le classi sociali; oggi la ricchezza chiama solo ricchezza per sé (“Money! Money!” grida disperato il cattivo del film quando gli affari stanno rischiando di andargli male), asfaltando le necessità e i diritti degli altri.
“Funny Face” racconta tutto questo con incisività delicata, con peso sottile, alleggerendosi dietro una maschera da super eroe (anzi due: anche sotto il velo di Zama) indossata da un bambino-per-sempre che, rincorso dal dolore, insegue la sua maturità con fiduciosa disperazione. Una efficace fotografia notturna, una regia lucida, precisa e tratti molto originale (la scena del ballo lento dei due protagonisti che si prolunga per qualche secondo dopo che la musica è finita...), tra le cui pieghe però vorrei sottolineare, ancora una volta, il bel talento del “ragazzotto” Jarvis in questione. Una su tutte: la lunghissima scena in cui, primo piano interminabile, è chiamato ad interpretare uno sfogo terribile dopo il (pretestuoso) finale della radiocronaca di una partita di basket, aumenta nel mio personale borsino le sue già alte quotazioni di attore.
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