La recensione su Il Re di Staten Island

di alan smithee

7 stelle

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Scott è un ragazzo ormai adulto, che tuttavia non riesce a responsabilizzarsi e a cercare di trasformare in concretezza i suoi svagati e poco plausibili progetti di vita.

Il suo sogno è specializzarsi in tatuaggi, ma i disultati e le possibilità di trarre profitto da questa sua eccentrica passione, davvero infime.

E se la sorella minore si prodiga a lasciare casa per studiare al college, ecco che Scott, solo con la sua dolce madre vedova, finisce più che altro per sistemare sentimentalmente lei, pur se senza volere (con un collega pompiere del padre defunto) piuttosto che risolversi professionalmente ed economicamente, in modo da rendersi finalmente indipendente, oltre che leale e corretto nei confronti della sua eterna amica e amante coetanea, che continua ad illudere con il suo fare inconcludente.

La morte del padre vigile del fuoco lo ha segnato al punto da rendere Scott un ragazzo insicuro ma tendente a sdrammatizzare, assecondando il lato incontrollantemente sbruffone e pazzerello che lo rende una specie di indolente, adorabile quintessenza di una immaturità cosciente e deliberata.

È una bella cosa ritrovare un ottimo stato di ispirazione il bravo, irinico e sin sferzante sceneggiatore e regista Judd Apatow, a cinque anni ormai dal nulla più che divertente e malizioso, scurrile Un disastro di ragazza.

Il film funziona, ironico, brillante ed acuto, senza mai credersi un'opera d'autore, ma piuttosto una semiseria riflessione sulle impellenze che a volte la società pretende da tutti noi come unica condizione per farci sentire risolti o sulla strada per raggiungere quell'equilibrio solo in apparenza perfetto, invero imposto e schematicamente condiviso come unico traguardo per una realizzazione più di principio, che di reale convinzione interiore.

Nel cast brillante senza essere affollato di star, primeggiano e si distinguono l'irresistibile giovane protagonista, Pete Davidson, attore comico di origine televisiva, nato col prestigioso Saturday Night Live, abituato a parlarci con ironia e sarcasmo della realtà e dei vizi della gioventù spesso irrisolta e confusa di oggi, abbagliata da falsi miti e letali, se non proprio tosdiche consolazioni.

Lo affianca una grande attrice brillante e dolce come Marisa Tomei, bella carriera da qualcosa di ben più che semplice caratterista, qui nei panni della dolce, malinconica madre vedova msritevole di un nuovo amore, e, in un poco più che un cameo, il sempre straordinario Steve Buscemi.

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