Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Uscito di prigione, Bruno Stroszek è un emarginato che tenta di rifarsi una vita come musicista di strada, aiutato da un vecchio amico, Scheitz e da una prostituta, Eva, che Stroszek ospita a casa sua. Il protettore di Eva devasta l'appartamento di Bruno per riprendere indietro la ragazza, che invece fugge negli Stati Uniti insieme a Stroszek e Scheitz. La nuova vita sembra portare un'effimera felicità, che si infrange quando i tre non riescono a pagare i debiti che hanno contratto. Allora, Eva torna al suo antico mestiere, mentre Scheitz e Stroszek tentano una rapina...
Opera amarissima e straziante, il film propone il toccante ritratto di un emarginato, basato sulle esperienze dello stesso interprete Bruno S. (che già aveva recitato per Herzog in "L'enigma di Kaspar Hauser"), che vi porta la sua sofferenza interiore e il suo senso di estraneità al mondo circostante. Sembra che Werner Herzog scrisse il film su misura per lui in soli quattro giorni, ma il prodotto finito non reca tracce di questa estrema rapidità nel concepimento. Il film è all'insegna di un pessimismo desolato, ma contiene ugualmente brani di grande lirismo, in cui la parola Poesia non appare fuori luogo, perchè poetico è l'approccio del regista alla materia narrativa e il modo in cui ha saputo ritrarre i suoi personaggi. Tra le scene memorabili, da citare almeno quella in cui Bruno suona la fisarmonica per le strade di Berlino e quella finale dei polli danzanti. Nonostante una trama che all'apparenza potrebbe sembrare all'insegna del "deja vu", il film non scade mai nel facile miserabilismo, è doloroso ma sempre onesto nel ritrarre la condizione umana di questi reietti con un realismo impietoso che non risparmia nè il degrado della Germania anni Settanta, nè le facili illusioni di un "Sogno Americano" che non è alla portata di Stroszek e dei suoi compari. Tuttavia, nonostante il pessimismo della visione, non ho trovato il ritratto spregiativo dell'America sostenuto da qualche critico. Oltre allo straordinario Bruno Schleinstein, nel film si distingue la brava Eva Mattes, una delle poche interpreti professioniste scelte da Herzog in questa pellicola, molto credibile nel suggerire il dolore di questa donna ferita dalla vita, a cui riesce ugualmente a trasmettere un certo fascino femminile che contrasta con lo squallore che la circonda.
VOTO 9/10
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