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Swimming Out Till The Sea Turns Blue

Regia di Jia Zhang-ke vedi scheda film

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La recensione su Swimming Out Till The Sea Turns Blue

di yume
8 stelle

“Quando ero piccolo il mare era giallo, ma i libri di testo dicevano che era blu. Allora ci piaceva nuotare qui. Un giorno penso che nuoterò fino al largo, nuoterò finchè il mare diventa blu”

locandina

Swimming Out Till The Sea Turns Blue (2020): locandina

Quando ero piccolo il mare era giallo, ma i libri di testo dicevano che era blu. Un giorno penso che nuoterò fino al largo, nuoterò finchè il mare diventa blu

Documentario sui generis, reportage tra storia e memoria, Swimming Out Till the Sea Turns Blue, (Nuotare finché il mare non diventa blu) di Jia Zang-ke  presentato a Berlino70, racconta la storia della Cina comunista attraverso le interviste a quattro autori di spicco della Cina contemporanea - Jia Pingwa, Yu Hua  Liang Hong e Ma Feng - della stessa provincia dello Shanxi in cui è cresciuto Jia, e le grandi trasformazioni nazionali vissute a partire dalla microstoria del mondo della famiglia e del villaggio.

scena

Swimming Out Till The Sea Turns Blue (2020): scena

Nel maggio 2019, un gran numero di eminenti scrittori e studiosi cinesi si sono radunati in un villaggio nella provincia cinese dello Shanxi. Jia Zang-ke parte da quell'evento e ci parla della Cina con le loro voci.

 

"Ci sono posti in cui il cinema può andare dove altre arti non possono",

 

E’ un racconto intimo e privato, che parte dalla rivoluzione sociale degli anni '50 ed ha il ritmo delle storie orali raccontate dagli antichi rapsòdi.

Il graduale spostamento di campagne come quella dello Shanxi dopo la guerra e la rivoluzione verso una maggiore alfabetizzazione, il movimento di scrittori verso le grandi città, la loro educazione, spesso in condizioni di estrema povertà, le loro carriere e memorie personali, testimoniano la rapida evoluzione della Cina nell’ultimo secolo e Jia Zang-ke  le trasforma nella storia di una nazione.

Jia ha paragonato i suoi autori al "postino, che ti dice come stanno cambiando le cose in altre parti del mondo".

E’ una storia collettiva che arriva alla fine del secolo, con un rapido sguardo sulla contemporaneità.

Nei loro racconti i quattro autori rappresentano quattro epoche distinte del recente passato cinese: Ma Feng (1922-2004), scrittore di romanzi negli anni Quaranta e Cinquanta che parlano della realtà quotidiana del villaggio; Jia Pingwa (1952), figura chiave nel Movimento Xungen ("Letteratura delle radici") i cui romanzi sono ambientati nella zona rurale di Shangzhou, ha vissuto da bambino le difficoltà della vita durante la Rivoluzione Culturale; Yu Hua ( 1960), il più famoso a livello internazionale dei quattro, padre della cosiddetta "letteratura pionieristica cinese" e Liang (1973), autrice di saggi, storie e romanzi che esplorano le conseguenze della trasformazione dell'economia cinese partendo dal suo villaggio.

Interessante ascoltare le parole del regista, intervistato a Berlino, sulla scelta dei quattro autori messi a rappresentare il volto più autentico della Cina nel corso di decenni di cui spesso a noi arrivano solo voci  e documenti ufficiali :

In termini di "controllo" che posso avere durante la produzione, ho posizionato gli autori in luoghi diversi per il loro segmento delle narrazioni. Per la prima parte, affinché Ma Feng potesse parlare di suo padre, l'ho posizionata intenzionalmente davanti alla statua. Da figlia parlare di tuo padre proprio davanti alla sua statua sicuramente suscita molte emozioni diverse.

Nel secondo per Jia Pingwa abbiamo girato nel suo studio perché è il luogo in cui si sente più a suo agio. Non è negli spazi pubblici perché in questo particolare segmento parlerà di qualcosa che è molto privato e molto traumatico. Non parla solo del rapporto padre-figlio, ma anche di come ha sofferto, politicamente parlando, nella sua carriera a causa di quel rapporto.

La terza sezione, con Yu Hua, riguarda molto gli spazi pubblici - piccoli ristoranti e stand gastronomici per strada - perché questi sono i luoghi in cui ha scritto i personaggi dei suoi romanzi. Sembrava appropriato.

E poi, nell'ultima sezione, ho posizionato Liang Hong in luoghi che erano in qualche modo associati ai suoi personaggi e al suo background: la sartoria o le classi in cui lavorava. L'istruzione è l'unica cosa che le ha cambiato la vita. Suo padre ha insistito sul fatto che sarebbe andata a scuola, nonostante non avesse soldi. Ha sofferto la povertà, è rimasta fuori dall'aula, ma ha comunque insistito, fino al dottorato, per diventare professore.

Penso che questo sia il controllo che posso esercitare nel processo di produzione in modo che questi narratori o narratori si sentano più a loro agio, al fine di tirare fuori i loro stili di performance”.

 

Il popolo e i suoi luoghi, la grande Storia e il suo riflesso su piccoli uomini immersi nella loro quotidianità, le difficoltà, la grande miseria e l’impulso alla sopravvivenza, anche alla lotta, tutto questo dà vita ad un affresco in cui traspaiono in filigrana gli orrori, le carestie genocide vissute sotto Mao Zedong, la massiccia distruzione culturale di quel periodo.

L’asse portante del film è la vita quotidiana, il realismo delle immagini che catturano volti di contadini, le scene di vita rurale nei villaggi, cellule base della civiltà cinese, e settant'anni di cambiamenti sociali e politici restano affidati alla riflessione che la letteratura compie a ritroso e il cinema cattura nell’immediato.

 

Per capire la Cina - afferma Jia Zang-ke - devi mettere le cose in un contesto storico. La società cinese e le comunità sono nate in questi villaggi rurali. Immagina 700 o 800 milioni di persone in quel momento che vivono in campagna, in questi villaggi rurali. È solo negli ultimi decenni che abbiamo sperimentato una drammatica urbanizzazione. E poi le generazioni più giovani, improvvisamente, non capiscono o non sanno nemmeno cosa significhi avere quel tipo di cultura rurale, comunità rurale e storia rurale. Penso che sia particolarmente importante in questo momento, in Cina, essere in grado di comprendere quella realtà. Dobbiamo non solo tornare temporaneamente al passato [attraverso la memoria o la nostalgia], ma anche tornare effettivamente ai villaggi e alle comunità rurali. Dobbiamo capire come siamo cresciuti, come ci siamo evoluti come società. Ecco perché è importante tornare al proprio suolo natio. Per farti un esempio, molti giovani non capiscono perché altri non si mettono in fila per il loro turno. Anche se vanno a volare in aereo e hanno un posto assegnato, comunque a volte si affretteranno a cercare di raggiungere il proprio posto come se lo perdessero. I cinesi più giovani non sanno che ha molto a che fare con ciò che abbiamo vissuto in passato, nel villaggio rurale. Tutto sta nel non avere abbastanza cibo. Se non hai fretta, non avrai niente da mangiare. Abbiamo bisogno di guardare indietro in qualche modo ed esaminare ciò che era prima, come si comportavano prima, come pensavano prima. Quel passato è il fondamento della realtà cinese.”

 

Il racconto è diviso in capitoli, una frase, una parola chiave o un verso della tradizione popolare sono i titoli, gli autori stessi o i loro discendenti parlano, scorrono immagini del passato e del presente nel connubio fra ricordi privati ed eventi epocali, un tappeto sonoro di musica classica dell’Oriente e dell’Occidente fa da sponda magistrale al lungo nastro che scorre.

______________________-

Capitolo 1

Il cibo

 Mangiare è il bisogno primario, nella mensa per poveri la macchina è incollata ai visi di uomini e donne del popolo che aspettano la ciotola di riso e legumi.

Visi umili, remissivi, chi chiede cibo ha lo sguardo del cane affamato.

La camera scorre lenta, si sofferma sui dettagli, arriva al vecchio Song Shuxun, abitante del Jia Family Village, definito una fossa, un luogo che faceva ammalare la gente. Song parla del 1949, della sua terra desolata dove il suolo alcalino rendeva impossibile coltivare. Ci si nutriva di piante spontanee fino all’arrivo di Ma Feng. Iniziò allora il grande cambiamento attraverso il filtraggio dell’acqua prima dell’irrigazione che lui insegnò agli abitanti. Ma Feng traduceva in pratica le idee di Mao sulla necessità di collaborazione e la forza dell’unità, dunque con la mobilitazione totale del villaggio le piantine misero radici e germogliarono al sole.

Dal museo della civiltà contadina Jia Zang-ke riprende immagini in terracotta che documentano il lavoro dei campi, poi si sposta nel presente su terreni floridi e ben coltivati.

 “Solleva la zappa in aria come se brandissi una bandiera di fatica” scandisce una contadina.

 

Capitolo 2

L’amore

Il vecchio novantenne Yu Yian parla ancora di Ma Feng, del suo carisma e della legge sul matrimonio che lui introdusse. Fidanzamenti e matrimoni si susseguirono, il seme d’amore era piantato e i matrimoni combinati divennero fuorilegge.

Canta una giovane contadina:

Nei monti e nei fiumi

Vorrei tenerti la mano

Per attraversare il ponte.

Sul ponte vi sono fiori rossi e piante verdi,

da questo lato del ponte i capelli sono neri

da quel lato sono diventati bianchi”

 

Capitolo 3

Ma Feng

La figlia racconta del padre davanti alla sua statua, un lungo racconto pieno di episodi. Il talento di Ma Feng e il suo amore per i libri segnarono la sua strada, le sue opere divennero famose, soprattutto quelle che parlavano della vita nei villaggi dello Shanxi.

Uomo colto, libero, ricco di risorse, tradusse in benessere le teorie di Mao quando il governo comunista si sforzava di tirare fuori dalla povertà le popolazioni rurali con le nuove tecniche agricole. La giovane figlia, paffuta e sorridente, vive il ricordo del padre con grande devozione e amore filiale

 

Capitolo 4

Tornare a casa

Ma Feng nel dopoguerra si trasferì da Pechino nello Shanxi con la famiglia e scrisse ininterrottamente di quegli abitanti nei suoi romanzi, intervenne nel loro processo di alfabetizzazione, promosse riforme. Era il decimo anniversario della Repubblica Popolare.

 

Capitolo 5

Il vecchio e il nuovo

Fenyang oggi. Festival della Letteratura. Uno spettacolo di ballo con costumi tradizionali e canzoni popolari apre la rassegna.

Appare Yu Hua, famoso scrittore, seguono Su Yong e molti altri, il pubblico è attento, i volti contadini sembrano incantati, un bambino si annoia.

E’ come una visita di gruppo nella nostra casa di campagna per rianimare la cosiddetta campagna solitaria” dice Su Yong del festival.

 

Capitolo 6

Il suono

Ge Fei “Dio ha creato il villaggio, l’uomo ha creato la città

Li Jingze “Prendete la nostra casa. Allora era la casa di mio nonno”.

Tanti autori si susseguono, “nostalgia” è la parola più usata.

 

Capitolo 7

Viaggi

Giovani d’oggi in uno scompartimento del treno veloce. Chi non è alle prese con lo smartphone fa parole crociate, una canzone di Bocelli con voce femminile cinese riempie l’aria, quello che si vede dai finestrini non è diverso dai panorami urbani dalle nostre parti. Siamo a Xi’An city, la vera globalizzazione è quella dei palazzoni di cemento, dei trolley, dei ciuffi spioventi sulla fronte e il resto del cranio rasato, e naturalmente degli smartphone.

 

Capitolo 8

Guarda il mondo con occhio freddo

scena

Swimming Out Till The Sea Turns Blue (2020): scena

Jia Pingwa (classe 1952) parla della povertà della sua infanzia, quando una famiglia di ventitrè persone doveva sfamarsi col riso di un solo wok.

La famiglia non si divise mai finchè fu in vita la nonna, ma quando la vita in comune divenne obbligatoria imposta dal regime cominciarono le inimicizie.

Lo Stato prese il sopravento sugli individui e quello che racconta Jia Pingwa è la triste storia del padre condannato perché giudicato a torto controrivoluzionario, l’ impossibilità per lunghi anni di fare anche lavori molto umili in quanto figlio, e tutto questo fino al 1969, quando ebbe l’incarico per pochi soldi di dipingere slogan sulle rocce appeso ad una fune.

Cominciò da allora il suo lavoro da letterato, dopo essere riuscito a iscriversi all’Università, con scritti sulla rivoluzione, poesie, canzoni.

Il suo studio è sepolto da libri, il racconto è quasi dimesso, privo di enfasi, quello di un uomo che ha vissuto una vita dura ma tenace, ha scoperto l’arte dell’Occidente negli anni  ‘80, i suoi pittori preferiti sono Van Gogh, Picasso, Matisse, Gauguin e dai libri su di loro, con la modestia dei grandi, dichiara di aver studiato per imparare a scrivere. Non voleva però imitare i modelli occidentali e infine capì: doveva tornare a casa, a Shangluo, il villaggio natale.

In bicicletta (allora niente mezzi pubblici) girò per villaggi, dormì all’addiaccio, fino alla malattia.

 

Capitolo 9

Malattia

Epatite B, presa in clinica da un ago infetto usato per il raffreddore.

Quindici anni per guarire ed è ancora in cura. Nascono i suoi romanzi, Turbolenza il suo capolavoro, e la decisione di rimanere a Shangluo

da dove guardo il mondo intero”.

Una festa sul Fiume Giallo, fuochi, barchette di carta di riso sull’acqua chiude il capitolo.

 

Capitolo 10

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Swimming Out Till The Sea Turns Blue (2020): scena

La morte è una notte fresca

Yu Hua (classe 1960) racconta di questo verso di Heine letto da adulto:

Ma sono io nell’obitorio!” esclama, era lì che da bambino andava a scorrazzare e dormire col fratello, mentre il padre lavorava nella clinica.

C’è un’involontaria comicità nei suoi racconti di vita vissuta tra il macabro e il surreale, come la storia del compagno il cui padre si uccise in un pozzo saltando a testa in giù. “I pozzi del sud sono troppo stretti, se salti a testa in giù non puoi ripensarci, non esci più”.

Il compagno venne a scuola il giorno dopo, piangeva, allora lo fecero giocare a ping pong, e lui continuava a piangere mentre giocava.

Ma quando vinse sorrise.

Yu racconta di essersi formato su libri sopravvissuti ai roghi della Rivoluzione Culturale, spesso laceri e privi di inizio e fine, senza titolo né autore.

Presto mi accorsi che non contavano, era frustrante solo non sapere la fine … Ma poiché, come recita l’Internazionale, dobbiamo salvarci da soli, decisi di inventare io quei finali”.

 “Ricordare il passato è un modo per trovare rassicurazioni

 

Capitolo 11

Vivere

Dengzhou city – Stato di Henan

Poche parole, la macchina scorre lenta, coglie sprazzi di vita, vecchi che giocano a carte, cenere che pende dalle sigarette, un cartello con foto di ricercati dalla polizia, un casello autostradale e nel pullmann due giovani che leggono sul cellulare qualcosa su Socrate e Platone.

Liang Hong osserva il figlio adolescente che parla con l’amico.

 

Capitolo 12

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Swimming Out Till The Sea Turns Blue (2020): scena

Liang Hong parla del suo ritorno a casa, al villaggio, anni dopo il dottorato e il matrimonio a Pechino. “La Cina in un villaggio” urgeva, andava scritto, era il suo modo di capire quel mondo.

Nata negli anni Settanta da famiglia povera e un padre che teneva molto all’istruzione dei figli, il villaggio viveva di agricoltura, di piante commestibili, qualche prodotto che si riusciva a vendere.

Vita dura, sei sorelle e una madre paralitica, Liang è nel suo studio/laboratorio, una donna intensa, serena.

 

Capitolo 13

Madre

Parlare della madre colpita da un ictus è doloroso, un lutto non ancora elaborato. Nel racconto di Liang Hong si riflette il senso di una vita sorretta da un forte legame familiare, portata avanti con fatica e privazioni, anche studiare spesso non era possibile, se mancavano i soldi della retta si rimaneva fuori dell’aula. Allora il padre portava le figlie in giro per il villaggio a chiedere soldi in prestito per poter frequentare.

 

Capitolo 14

Padre

Dopo la morte della moglie il padre va a cercare fortuna nella provincia dello Shanxi e lì trova una donna picchiata dal marito.

La porta con sé a casa ma dopo anni di conflittualità con i figli la donna va via.

Il figlio di Liang legge brani dal libro della madre, sono le pagine dedicate al padre.

Mio padre è sempre stato la mia domanda

La sua camicia bianca dondola leggermente appesa ad asciugare davanti alla casa, poco più che una capanna.

 

Capitolo 15

Sorella

E’ la sorella maggiore su cui nella Cina di un tempo ricadeva tutto il peso della famiglia quando i genitori invecchiavano o morivano.

Vestite di nero, Liang, le sorelle e i nipoti portano fiori sulla tomba di famiglia.

Nel campo gli olmi cadono nel silenzio, come la Madre, il Padre, il Figlio

Un giallo campo di grano ripreso dall’alto, sei contadini ricurvi che falciano, sullo sfondo il villaggio e i filari di olmi. Nel cielo passa un aereo.

scena

Swimming Out Till The Sea Turns Blue (2020): scena

Capitolo 16

Il raccolto

La terra è generosa, nel campo la trebbiatrice separa il grano dalla paglia.

Liang è seduta sulla riva del fiume.

 

Capitolo !7

Figlio

Non conosce il dialetto del posto, è cresciuto a Pechino, ha 14 anni e studia, gli piacciono la fisica, i videogiochi, la TV.

Ha letto del fiume nel libro della mamma, del suo corso cambiato nel tempo, ha capito quanto il tempo trasforma le cose.

Ha visto poco il nonno, ora vorrebbe chiedergli della sua vita, se da giovane mangiava abbastanza e tante altre cose che ci si accorge sempre troppo tardi di non poter più chiedere ai morti.

 

Capitolo 18

Nuotare

Quando ero piccolo il mare era giallo, ma i libri di testo dicevano che era blu. Allora ci piaceva nuotare qui. Un giorno penso che nuoterò fino al largo, nuoterò finchè il mare diventa blu”

Il mare alle spalle dell'uomo, in quell’ora fra la notte e il giorno, è blu, lo sciacquio delle onde sugli scogli è lento e non ha mai fine.

locandina

Swimming Out Till The Sea Turns Blue (2020): locandina

 

 

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