Regia di Richard Tuggle vedi scheda film
Mentre guardavo il film mi sembrava che la regia fosse proprio di Eastwood. Colonna sonora ricercata, il fiume impetuoso e vasto, panoramiche lente, e soprattutto grande spazio agli ambienti domestici. E forse il Dirty Harry duro e cinico ha dato veramente una mano al regista, perchè no? Fatto sta che la forza del film, affidata narrativamente alla sovrapposizione tra detective e maniaco, sta tutta nell'interpretazione di Clint. Dapprima è il solito uomo duro, cinico, e sprezzante, seppur sia solo una maschera. Ma da metà film in avanti vediamo un anti-eroe vero e proprio: un Clint Eastwood mai visto, morboso ed efficacemente ambiguo. Le barriere che dividono buoni e cattivi, vengono infrante, e la salda bandiera dell'ordine, il poliziotto, si rivela per quello che è: un uomo, con tutti i pregi, i suoi difetti, e i suoi piaceri. L'identificazine che troviamo fin da subito tra detective e maniaco, mischia le carte così bene, che per qualche istante andiamo pure a pensare che l'assassino sia Eastwood stesso. E' un film abbastanza lento, ma ci riconsegna delle sensazioni particolari lungo tutto l'arco della storia. Nonostante la sua incredibile maschera di granito, il nostro vecchio Clint, riesce ad aprire sottili spiragli di umanità, per riuscire poi a farsi sfiorare la guancia da una donna, cosa che prima non faceva. Sembra quasi inutile doverlo dire, ma Eastwood rimane, insieme a Gene Hackman, l'ultimo grande, vero ed unico duro del cinema e dell'immaginario rappresentato. Due uomini soli al comando...
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