Regia di Thomas Bezucha vedi scheda film
Piccola, straordinaria perla autoriale mal distribuita in Italia. Sorretta dalla prova sofferta e titanica del grande Costner e illuminata dalla presenza radiosa di una ritrovata, bravissima Diane Lane. Dopo Man of Steel, la coppia Costner/Lane fa faville e commuove.
Ebbene, oggi recensiamo lo strepitoso e sorprendente Uno di noi (Let Him Go), scritto e diretto da Thomas Bezucha. Che, per l’occasione, ha ottimamente adattato l’omonimo romanzo di Larry Watson.
Uno di noi è un crepuscolare, dolente, malinconico e soprattutto bellissimo neo-western che c’ha stupito ed emozionato in modo inaspettato. Dura un’ora e cinquantatré minuti che scorrono piacevolmente e, dopo un inizio forse leggermente farraginoso, s’invola verso lidi mansueti di poesia lievissima e alta poetica cinematografica dallo sguardo cristallino assai bilanciato in una fluida narrazione appassionante, perfino toccante.
Attenzione, dunque, a Bezucha. Presto sceneggiatore di The Good House con Sigourney Weaver e Kevin Kline.
Tornando invece a noi, anzi, perdonateci il gioco volontario di parole, a Uno di noi, ritorna qui professionalmente la splendida coppia de L’uomo d’acciaio, ovvero la sempiterna e affascinante Diane Lane e l’intramontabile Kevin Costner. Sì, abbiamo scritto bene, intramontabile ed è il caso di dirlo, in quanto Kevin è metaforicamente ritornato in sella alla grandissima, qualitativamente parlando, dopo alcuni anni di appannamento.
Insomma, il mitico Kevin, regista dell’indimenticabile Balla coi lupi e del magnifico Open Range - Terra di confine, alla faccia dei suoi invidiosi detrattori che, prematuramente, lo decretarono se non finito, perlomeno sul viale del tramonto, ultimamente ci sta nuovamente entusiasmando con prove attoriali davvero degne di nota.
Pensiamo ad esempio all’acclamata serie tv Yellowstone, per l’appunto, emblematico ritratto evidente d’una carriera tutt’altro che arrugginita, bensì ancora dorata, oppure al sottovalutato Highwaymen - L’ultima imboscata di John Lee Hancock (writer, fra l’altro, di Un mondo perfetto).
Avete notato, citando questi film, inoltre come l’excursus filmografico di Costner, tralasciando alcune sentimentali commedie insulse e, purtroppo, molti film sbagliati, mantenga una compatta coerenza ideologico-stilistica d’impeccabile stile, osiamo dire, analogamente cooperiana?
Costner è in effetti figlio del Cinema di John Ford, è un John Wayne contemporaneo dal fascino à la Gary Cooper, per l’appunto. Un uomo liberal e al contempo nipote artistico del dissimile però, allo stesso tempo, gemellare Clint Eastwood. Detto questo, accenniamo brevemente alla trama di Uno di noi:
La stagionata coppia di coniugi Blacklegde, formata dallo sceriffo ritiratosi a vita privata di nome George (Costner) e da sua moglie Margaret (Lane), abbandona momentaneamente la loro abitazione per avventurarsi alla ricerca del piccolo nipote.
Il bambino è però sotto le spietate grinfie d’una famiglia matriarcale retta dall’arcigna arpia Lesley Maniville (Il filo nascosto). I Blackledge hanno assistito alla tragica morte prematura del figlio, disarcionato da cavallo e morto col collo spezzato in circostanze misteriose e non ben chiare.
Finale struggente e al cardiopalma per uno straziante melodramma dalle tonalità autunnali, recitato egregiamente da tutto il cast che, oltre a Costner, Lane e Manville, comprende Jeffrey Donovan.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta