Trama
Maria e Ingvar, una coppia islandese, vive con il loro gregge di pecore in una bella ma isolata fattoria. Quando scoprono un misterioso neonato nei loro terreni, decidono di tenerlo e crescerlo come loro. L'inaspettata prospettiva di una nuova famiglia porta molta gioia nelle loro vite prima di distruggerle per sempre.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Storia/Ispirazione. Da bambino passavo molto tempo nell'allevamento di pecore dei miei nonni. Di conseguenza, agnelli, pecore e montoni sono animali che conosco molto bene. Ho sempre voluto raccontare una storia basata sui racconti popolari, una storia che riflettesse la natura nelle persone e le persone nella natura. Ho iniziato a lavorare su un mood board e un graphic novel da mettere insieme a una storia per farne eventualmente un film. I miei produttori mi hanno presentato nel 2010 lo scrittore Sjon ed è stata una fortuna. Abbiamo cominciato a parlare sulla mia idea e si sono gettate così le basi per ciò che dopo è diventato Lamb. Ha apprezzato le mie fonti di ispirazione, è rimasto affascinato dalle stesse cose che affascinavano me e, lavorando organicamente alla sceneggiatura, abbiamo avuto modo di conoscerci molto bene.
Il cinema è un mezzo audiovisivo che permette di muoverti su più livelli e, durante la fase di scrittura, ci siamo concentrati sul raccontare la storia attraverso immagini e suoni, mantenendo al minimo i dialoghi. Il nostro film deve molto ai racconti popolari islandesi: non a uno in particolare ma a un misto di tanti. Eravamo entrambi interessati a storie che per la loro natura sono per lo più realistiche, anche se poi contengono uno o più elementi assurdi o surreali che non vengono mai affrontati e quindi resi realistici come il resto.
Amore/Perdita. La storia potrebbe appartenere alla vita di chiunque, i momenti di buio così come quelli di gioia sono qualcosa di non molto lontano dall'esperienza di tutti. Per me, il film è prima di ogni cosa una poesia visiva su una perdita dolorosa di fronte alla quale saresti disposto a far di tutto pur di riportare la gioia e la felicità che c'erano prima. Ci sono senso di colpa e rimorso nella vita della coppia composta da Maria e Ingvar, incapaci di superare la loro perdita e il loro dolore. A causa di ciò, sono disposti a cedere a qualcosa che entrambi sanno durerà solo per poco tempo: si tratta di un tentativo per ritrovare quell'equilibrio e quella gioia oramai perduti. Ma, mentre tenta di proteggere la famiglia da tutte le forze esterne che minacciano la loro nuova ma surreale realtà, Maria sa che tale realtà deve essere vissuta qui e ora con amore e accettazione, fino all'inevitabile fine. Deve vivere tutto al momento, pensandoci a malapena e soprattutto non preoccupandosi per il futuro.
La forza e la determinazione di Maria sono state ispirate da mia nonna, scomparsa da poco. Con mio nonno, portava avanti l'allevamento di pecore e ha avuto cinque figli, tutti nati nell'arco di otto anni. Nella loro fattoria non c'era divisione del lavoro tra uomini e donne. Hanno fatto tutto insieme, dall'aggiustare i macchinari al pulire e cucinare. La vita in fattoria non è stata sempre facile ma mia nonna non avrebbe mai permesso a niente di minare il suo spirito.
Maria ha la sua stessa resilienza. Ha una forza che la rende indistruttibile e che le fa rifiutare l'idea di rinunciare alla vita. E, sebbene l'abbia allontanata dal marito privando la coppia di ogni passione e gioia, la perdita l'ha anche avvicinata a Ingvar.
Naturale/Soprannaturale. Il film è stato girato dentro e intorno a una fattoria nel nord dell'Islanda. Anche gli animali presenti, la fattoria stessa e i suoi dintorni sono personaggi essenziali per la storia. Così come le stagioni, ognuna con la propria luce e nebbia, e i due diversi mondi in contrapposizione: quello lussureggiante e vulnerabile degli umani nella fattoria e quello mitico e sconosciuto degli aspri altopiani, dove la natura non deve essere controllata o ingannata.
Il mio direttore della fotografia Eli Arensson e io abbiamo studiato attentamente la luce naturale disponibile per le scene in esterno e l'abbiamo sfruttata al meglio. Anche le scene in interno sono state illuminate nella maniera più naturale possibile. Io, i miei produttori e lo scenografo Snorri Freyer abbiamo trascorso più di un anno a cercare la location giusta. Abbiamo girato l'isola per ben due volte e visitato ogni fattoria d'Islanda.
Anche dopo aver trovato la fattoria Flaga nel nord dell'Islanda, ero scettico. Era disabitata da vent'anni e c'era da faticare molto per trasformarla nel posto che avevo in mente per i miei personaggi. Sono piuttosto specifico per quanto riguarda forme, direzioni, colori e layout, quindi c'è voluto del tempo prima che potessimo girare. A due settimane dalle riprese, finalmente il posto era diventato perfetto per essere la casa dei miei protagonisti. Il magico paesaggio e l'isolamento della fattoria erano il luogo perfetto per le riprese e il film.
Senza la natura, l'umanità non esiste. Nella mia testa, la natura non è solo ciò che vediamo ma anche ciò che sentiamo e, quindi, è strettamente connessa con il soprannaturale. La natura non può essere prevista o controllata e noi umani siamo piuttosto fragili, deboli e dipendenti, come abbiamo avuto modo di sperimentare nel 2020. Siamo sempre soggetti a forze esterne al nostro controllo, nella realtà quotidiana così come nel soprannaturale. La perdita e la tragedia sono sempre dietro l'angolo. In un mondo in cui quasi tutto può essere controllato, non dobbiamo dimenticare che non possiamo combattere contro la natura e che non possiamo scappare dal nostro destino".
Trailer
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- Premio Originalità al Festival di Cannes 2021
Commenti (5) vedi tutti
Ecce Agnus.
leggi la recensione completa di mckCon una regia fredda ed attenta che ricalca lo stile scandinavo il regista islandese costruisce un'opera al contempo provocatoria e speculativa intrecciando una moltitudine di tematiche e di generi dal drammatico all'orrorifico passando per il grottesco. E' un film certamente da vedere sebbene i giudizi saranno molto discordanti.
commento di bombo1Insignificante pagliacciata onirica eccessivamente prolissa ma con colpi di scena che riescono a non farti addormentare.
commento di gruvieraz"Lamb" è un film che vive di ellissi narrative pronunciate e di silenti pulsioni dell'animo. La felicità ritrovata di Maria e Ingvar è un dono troppo bello per non essere accettato in qualsiasi modo decida di manifestarsi. Un horror molto sui generis insomma, intriso di un mistero insondabile e illuminato dal chiarore perenne del cielo d'Islanda.
commento di Peppe ComuneUna favola dai tratti metaforici contro i misteri della natura.
leggi la recensione completa di ezio