Trama
Accompagnata dal suo amante, la quarantenne Suzanna visita una casa sulla costa per le vacanze estive di famiglia. La giornata, diversa da quelle a cui è abituata, segnerà una svolta nella sua vita di donna sposata con un uomo d'affari ricco e infedele negli anni Sessanta.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Devo moltissimo a Marguerite Duras. La prima volta che la incontrai, nel 1972, ero ancora ventenne. Avevo deciso già da molto tempo che mi sarebbe piaciuto fare film, il “cinéma” come si diceva.
Passavo le mie giornate fantasticando su trame improbabili mentre mi guadagnavo da vivere facendo l’assistente a una schiera di registi. Era piuttosto interessante e spesso divertente, ma sapevo che mi distraeva da quello che volevo realmente fare. A quell’epoca, Duras non era ancora una scrittrice professionista, o meglio, aveva scritto sceneggiature per film che girava con piccoli budget.
Duras non era solita apprezzare le pellicole tratte dai suoi lavori (Barrage contre le Pacifique, Le Marin de Gibraltar, Dix Heures et demie du Soiren Été, Moderato Cantabile…). Cambiava spesso opinione addirittura su Hiroshima mon amour. Decise quindi di prendere le redini della situazione e dirigere La Musica (1967), Détruire, dit-elle (1969) e Jaune le Soleil (1971). Qualcuno le disse che avevo molto apprezzato i suoi singolari e magnetici film e, all’epoca, era alla ricerca di collaboratori che la aiutassero nella lavorazione dei suoi film, aveva bisogno di un “braccio destro”, come disse lei stessa.
Quando bussai alla sua porta, mi scrutò brevemente, non disse una parola e scoppiò a ridere. Fu questo l’inizio del nostro sodalizio. Nei successivi due anni l’aiutai sui set di Nathalie Granger (1972), La Femme du Gange (1973) e India Song (1974). Eravamo soliti vederci o parlarci spesso al telefono. Quando si lavorava con Marguerite, eravamo sempre gli stessi, quasi come un’unica grande famiglia. Capii presto che amava il cinema perché era sinonimo di partecipazione. Tuttavia, la maggior parte dei suoi lavori, salvo alcune eccezioni, non significavano niente per lei. Per me, invece, era il contrario e in più ebbi l’enorme fortuna che proprio a me, persona in cui riponeva la sua fiducia, confidasse quello che pensava del «cinema».
Dopo India Song mi sono ritirato con lei nella sua villa a Neauphle per scrivere il mio primo film, finanziato dal medesimo produttore e girato avvalendosi della stessa crew.
Successivamente ho iniziato a realizzare i miei film senza l’aiuto di Marguerite e da li in poi ci siamo visti sempre meno, ma credo fosse necessario. Lei ha realizzato Le Camion (1977) e poi Navire Night (1978), uno dei suoi capolavori, forse perché rappresenta un dialogo tra me e lei, una testimonianza della nostra amicizia “attraverso il tempo”, come ha scritto in seguito. Sono stato il tramite di Claude Berri che, in seguito, ha prodotto L’Amant, convincendo Marguerite a farne un lungometraggio. In seguito, Marguerite è caduta in coma per alcuni mesi. Molti suoi conoscenti, compreso me, pensavano che non ce l’avrebbe fatta, ma per fortuna non fu così. Dopo il suo risveglio, ci siamo risentiti a distanza di tempo. Una mattina mi ha telefonato e siamo stati a parlare come se non fosse successo nulla. Mi ha chiesto, più volte, di andare a farle visita a Trouville. Ci siamo rivisti e abbiamo chiacchierato e passeggiato per ore. Mi sono offerto di fare un film con lei. Detto fatto. Sapevamo che sarebbe stata la nostra ultima collaborazione ed è stato emozionante.
Abbiamo lavorato insieme a due film: La Mort du Jeune Aviateur Anglais e Ecrire, divenuti, in seguito, romanzi.
Suzanna Andler è stato pubblicato nel maggio del 1968. Il primo spettacolo è stato allestito alla fine del 1969 a Parigi. Marguerite Duras non è rimasta particolarmente soddisfatta dalla produzione. Quanto a me, avevo deciso di non realizzare mai film basati su suoi libri fino a quando un nostro amico comune mi ha recentemente ricordato questa promessa. E questa è stata la molla da cui sono partito per realizzare questo lavoro.
In generale infatti penso che, al di là del passaggio dal palcoscenico a luoghi reali, il teatro si confronti con il cinema con la sua stessa libertà: lo spettacolo che si svolge davanti a un pubblico generalmente statico è sostituito dal punto di vista a 360° di una macchina da presa che accompagna un pubblico altrettanto statico in un viaggio immaginario, avvicinandosi o allargandosi, girando intorno o ponendosi frontalmente, a seconda di come muta ciò che si svolge, non più in scena ma sullo schermo.
Con la complicità di attori di grande potenza, vorrei ritrovare i personaggi di una geometria mentale e sentimentale: la casa al mare, dal mattino alla sera, intrisa di carrellate, campi lunghi e primi piani, mormorii dietro le parole, alla ricerca di Susanna Andler. In questo modo riesco a mantenere la mia promessa.
Quando ho sottoposto la sceneggiatura del film a Charlotte Gainsbourg, non sapevo che sarebbe rimasta così stregata e toccata da quelle parole, da quel contesto, da quel personaggio. Se Marguerite Duras l'avesse conosciuta, avrebbe amato la sua profonda drammaturgia. Proprio come le attrici con cui lavorava Marguerite, Charlotte ha una voce, uno stile, un modo di muoversi, di parlare, di guardare, di farsi avanti, che è perfettamente in linea con le parole di Marguerite".
Note
Da una rappresentazione scritta da Marguerite Duras.
Trailer
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
Commenti (1) vedi tutti
Prolisso e statico a tal punto che finisce con l'annoiare chi non è interessato alla tematica.
commento di ferni