Regia di Daniel Espinosa vedi scheda film
AL CINEMA
Provato sin dalla tenera età da una rara malattia del sangue che lo rende debole e senza difese,il giovane Dottor Morbius impegna la propria intelligenza a creare una sorta di sangue artificiale che possa costituire un rimedio sia per lui, sia per gli altri sfortunati afflitti dal medesimo disturbo.
Ma quando la scoperta si rivela non proprio foriera di risultati definitivi, ecco che il medico riesce a scoprire che il plasma di nuova concezione, unito a quello di una certa specie di pipistrelli, può rivelarsi al contrario efficace in modo duraturo.
Ma il geniale scienziato, non ha fatto i conti con la dipendenza che tale nuova linfa vitale crea nel corpo di chi la assume, rendendola una sorta di vampiro affamato di sempre più sangue per sopravvivere e mantenere la forza ed i poteri che tale nuova linfa vitale gli concede.
Dopo il cattivo Venom, che si è meritato addirittura due film tutti per lui, ecco che un altro cattivo del celebre eroe della scuderia Marvel come è l'Uomo Ragno, viene considerato meritevole di un film a lui dedicato. E Morbius, vampiro dal sangue malato che lo induce a diventare uno scienziato meritevole di premi ufficiali prestigiosi sul campo delle scoperte mediche di rilievo, si è sempre rivelato, nei fumetti che da inizi '70 lo hanno visto apparire, prima come nemico illustre, poi come personaggio degno di storie tutte per lui, è sempre apparso come un personaggio affascinante, controverso, e del tutto meritevole di uno spazio tutto per sé.
Anche l'idea di scritturare, per il ruolo del protagonista, un attore cangiante e già favorevolmente predisposto a mutazioni corporee reali o indotte da make-up ed effetti speciali, come è Jared Leto, non pareva un aspetto da trascurare, ed anzi un surplus in grado di garantire certezze.
Per Leto, Morbius rappresenta la seconda esperienza con un personaggio tratto dai fumetti, e nuovamente con un supereroe controverso e cattivo anche stavolta più per necessità che per scelta. Ma stavolta, dopo un Joker istrionico più appariscente che realmente riuscito, Leto, che pur si impegna in trasformazioni anche fisiche di rilievo, per quanto coadiuvate da effetti e trucchi di grande effetto, lascia DC Comics per Marvel, senza che nel passaggio possa proprio dirsi che sia cambiato qualcosa in termini qualitativi di prodotto finito.
Ma la trasposizione si rivela presto, già molto presto, un vero fallimento, almeno dal punto di vista qualitativo.
Lontani ricordi personali inerenti il fumetto, riproponevano l'opportuna eventualità di intravedere finalmente su uno schermo l'anti-eroe cupo e controverso che tanto suscitava scalpore nella fantasia del giovane lettore che fui.
La trasposizione a cura dello svedese di origini cilene Daniel Espinosa (quello dei già non particolarmente esaltanti Safe house-Nessuno è al sicuro, Child 44-Il bambino numero 44 e Life-Non oltrepassare il limite), manca completamente di presa emotiva, che si perde a favore di una meccanicità degna di un action qualunque, senza che il personaggio, pur impersonato da un attore di innegabile appeal, possa mai riservare qualche sfaccettatura in grado di ravvivare una tensione che invece il fumetto assai bene riusciva a provocare nel lettore.
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