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Mandibules - Due uomini e una mosca

Regia di Quentin Dupieux vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mandibules - Due uomini e una mosca

di obyone
7 stelle

 

Grégoire Ludig, David Marsais

Mandibules - Due uomini e una mosca (2020): Grégoire Ludig, David Marsais

 

Anni fa un amico mi disse: "Il mondo è per i semplici. Vivono senza vedere il male che li circonda. La vita sorride loro".

Rimasi basito dall'esternazione. Sembrava nascondesse il desiderio recondito di tornare alla virginale condizione di bimbo che alcuni, per limiti oggettivi, mantengono inalterata senza poter sviluppare l'astuzia che serve ad attraversare la vita. Obiettai. Le persone ingenue sono vulnerabili e proprio per questo subiscono la cattiveria altrui con maggiore frequenza. Continuai per giorni a riflettere su quella filosofia spicciola che derivava da un'anomalo spritz irrorato di gin. 

Intuivo parte di quel pensiero e ne ero affascinato. Chi non conosce il male ne è immune. Ancora oggi considero quell'uscita una provocazione dell'alcool dopo una lunga e calda giornata di responsabilità sulle spalle. Ciò nonostante la discussione è rimasta a farmi compagnia per anni, per riemergere, improvvisa, all'uscita dalla sala, deserta, di un cinema, in una serata di 31 gradi che non propiziava lunghe meditazioni sull'uomo ma bramava un paio di cocktail ghiacciati. 

 

scena

Mandibules - Due uomini e una mosca (2020): scena

 

A riaprire il cassetto della memoria ci ha pensato "Mandibules", che dietro ad un'apparente confezione di demenza ha condiviso un pensiero facilmente accostabile a quello del mio vecchio amico.

In " Mandibules" di Quentin Dupieux sono due sempliciotti a spartirsi la scena. Due tizi dal Q.I. sotto la media. Manu non ha una famiglia, dorme sulla spiaggia ed è il classico tontolone a cui tutti ricorrono per fare il lavoro sporco. È un soggetto sacrificabile tanto che solo Jan-Gab potrebbe rimanerci male se l'amico sparisse nel nulla. Gli manca una rotella anche a Jean-Gab, ad essere onesti. Si è messo in testa di addomesticare una mosca gigante, trovata nel bagagliaio di un auto, rubata al fine di completare un lavoretto che potrebbe infilare nelle tasche di Manu 500 "sacchi". Una mosca gigante!? Avete inteso bene. Quell'insetto, che finisce, il più delle volte, schiacciato da una paletta o fulminato da una racchetta, diventa la ragione di vita dei due scemi del villaggio. Jan-Gab ha escogitato un piano che richiede doti da domatore di leoni e da addestratore di pulci... E richiede una mosca, naturalmente. 

Sia ben chiaro nemmeno i laboratori cinesi sono abbastanza vicini dal produrre un insetto, addomesticabile come un cane, che esaudisca le necessità dei padroni. Ma Jean-Gab ci crede e nutre la sua "Dominique", mai satolla, con bocconcini da gatto "presi" al supermercato. Mentre la bestia ingoia sbobba in scatola per felini domestici, quella che riesce a sottrarre a Manu, che di fame ne ha molta e di resistenze al palato poche, l'altro sciagurato protegge la sua chimera dagli occhi del mondo ed investe il suo tempo nella speranza di diventare ricco. 

 

scena

Mandibules - Due uomini e una mosca (2020): scena

 

È sufficiente una scarna sinossi, dunque, per immagine un Dupieux alle prese con qualche bicchiere di gin in eccesso prima del concepimento di questo stranissimo soggetto cinematografico. Il suo sogno allucinato, simile a quelli che produce il mio cervello con l'aiuto dello stomaco, quando mia suocera mi impigozza di puré e salama da sugo a Natale, è qualcosa al limite del comprensibile. Anzi non lo è affatto. Si potrebbe pensare che il parto di Dupieux sia l'effetto di una cena a base di pejote ma i nostri amici "cervelloni" non bevono, non fumano, non si fanno. Nemmeno pensano al sesso pur essendo finiti in una villa con piscina piena di ragazze mezze nude. Immagino il regista abbia condutto una vita simile come forma di solidarietà nei confronti dei suoi strampalati personaggi che forse sono una sua candida proiezione. 

I due amici rincorrono un sogno, ma uno di quelli che non si può proprio realizzare perché non si può rimpicciolire la luna tanto meno rubare la piramide di Cheope. Eppure qualcosa succede nello strano mondo di Quentin Dupieux irradiato da una chiara e pastellata luce solare... 

 

scena

Mandibules - Due uomini e una mosca (2020): scena

 

Manu e Jean-Gab sono due ingenui, due candidi. Così li avrebbe ribattezzati il mio amico se li avesse visti a bordo della scalcagnata Mercedes mentre ordivano una rapina al supermercato. Manu e Jean-Gab, che incrociano, puerili, le dita esclamando "toro", sono bambini nel corpo di uomini, sono criminali da strapazzo che organizzano piani bislacchi e privi dell'astuzia dei furbi. Rubano, si impossessano delle cose altrui, certo, ma per nutrire gli stomaci, quello della loro "Dominique" prima di tutto. Anzi, in questo mondo normodotato e poco inclusivo sono gli altri, quelli normali, coloro che godono una vita borghese, ricca, ben codificata i fuori di testa. Cécile e Serge lasciano scorrere il tempo nell'ozio mentre la bella Agnès urla come un'ossessa senza essere mai ascoltata. Una bocca luccicante di pietre sembra non avere nulla da dire mentre la famiglia, che si cinge attorno a tanto splendore, sembra apprezzare lo smagliante impedimento ad una noiosa e banale conversazione famigliare. 

In una società squilibrata nella distribuzione delle ricchezze (intelligenza e soldi) sono Manu e Jean-Gab i veri ricchi. La lora bonaria semplicità non si esaurisce al contrario della banconota da 500. Si scorderanno anche dei soldi perché non si può non prendere la vita con filosofia in mezzo ad una bellissima spiaggia nel calore dell'estate francese. Due amici e una spiaggia. C'è qualcosa di meglio per apprezzare la vita? 

 

Adèle Exarchopoulos

Mandibules - Due uomini e una mosca (2020): Adèle Exarchopoulos

 

Manu (Grégoire Ludig) ricorda Drugo Lebowski e la struttura del film ricorda il film dei fratelli Coen snocciolando un'ode finale all'amicizia che spazza via una vicenda priva di senso. Tra echi cronenberghiani e omaggi ai saggi/ingenui del cinema (Forrest Gump e Oltre il giardino) Dupieux si affida ad una strepitosa Adèle Exarchopoulos, la più bacata dei normali che urla per farsi ascoltare ma finisce per soccombere alla folle realtà. L'uomorismo demenziale di Quentin Dupieux raggiunge l'apice nella scena del moncherino mentre una bicicletta a forma di unicorno incarna quegli ideali medioevali di purezza che appartengono ai cuori dei due amici.

Un casco di banane, in dono, ci fa sperare, infine, che il destino dei due giovanotti sia, veramente, il mondo dei semplici vagheggiato da un amico un po' brillo.

"Mandibules" ha tenuto banco alla Mostra del Cinema numero 77 nelle conversazioni dei cinefili. Chi estasiato, chi inorridito, tutti a dire la loro. La mosca non avrebbe mai immaginato tanto successo una volta uscita da uno scomodo bagagliaio.

 

Apollo Cinepark - Ferrara

 

locandina

Mandibules - Due uomini e una mosca (2020): locandina

 

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