Regia di Just Philippot vedi scheda film
“Banchetto”, questo è il nome che le cavallette (locuste) danno al pianeta (o erano gli esseri umani?). Il film invece è un dramma rural-campestre che piano piano sfuma nel thriller d’atmosfera con venature horror e sfocia in un climax da apocalisse locale. "Nutrire il mondo di domani... A quale prezzo?"
Dopo “Gli uccelli!”...
Dopo “Le formiche!”...
Dopo “Le api assassine (poverine), le vespe, i bombi, i calabroni, i calabresi!”...
Dopo “I ragni!”...
Dopo “Gli ontani, i frassini, le betulle, i sicomori!”...
Finalmente: “Le cavallette!”
Ma non aspettatevi un horror, quanto piuttosto un film di Ken Loach e J.-P. & L. Dardenne con gemmazioni denis-cronenberghiane (Trouble Every Day + Shivers, Rabid, the Brood & the Fly), insomma: un “le Meraviglie” (senza briglie) in chiave horror. Ma non aspettatevi un horror, quanto piuttosto eccetera eccetera…
Più propriamente (cioè specificamente, ma genericamente) “locuste” (celiferi acrididi), allevate per ricavarne farina animale (da utilizzare come base di mangimi per altri animali da allevamento o direttamente per confezionare cibi per gli esseri umani), che una volta accidentalmente assaggiato e assaporato il sangue…
[sì, la premessa non sta logicamente in piedi, ovvio (non per l’impossibilità biologica in sé, ma per via del fatto che innumerevoli volte nel corso dell’evoluzione una locusta affamata avrà assaggiato il sangue e la carne umana, però nel farlo non si è, mai, trasformata da Locusta migratoria in Locusta assassina), ma questo “non” conta, ché le spiegazioni possono essere “altre”, non tipo “PicNic at Hanging Rock” quanto piuttosto in zona - per l’appunto del già citato - “the Happening”]
…non chiedono altro che averne ancora, e ancora, e ancora… E Virginie, Madre (single: il marito è morto accidentalmente mentre faceva pascolare le capre) Coraggio, Mamma Massiccio Centrale, "Sole Cuore Amore" (ovvero: Dedizione Totale), dedica loro anima e - letteralmente, in senso “eucaristico” - corpo, per mettere in tavola qualcosa per i suoi due figli, mentre il Vero Valore delle Cose scivola inesorabilmente nel gorgo della Svalutazione Speculativa (il latte, la farina, le verdure, la frutta, tutti i prodotti della terra e del sudore svenduti ad un prezzo inferiore al loro costo di produzione).
"Nutrire il mondo di domani... A quale prezzo?"
Il cuore della Francia agricola costituisce il substrato su cui cresce l’esordio nel lungometraggio di Just Philippot, scritto da Jérôme Genevray assieme a Franck Victor: un dramma rural-campestre che piano piano sfuma nel thriller d’atmosfera con venature horror e sfocia in un climax da apocalisse locale.
Molto buone le prove attoriali dei 4 interpreti principali: la protagonista Suliane Brahim, della Comédie-Française, la giovane (bravissima) Marie Narbonne, il piccolo Raphael Romand e il deuteragonista Sofian Khammes.
Fotografia di Romain Carcanade (“l’Heure de la Sortie”). Montaggio di Pierre Deschamps (“Ava”). Musiche di Vincent Cahay (“Calvaire”). I produttori sono gl’interessanti Thierry Lounas (“Pasolini”, “la Mort de Louis XIV”, “l’Intrusa”) e Manuel Chiche (“Cold in July”, “the Neon Demon”, “BrimStone”, “Adoration”, “Vivarium”), con l’aiuto del grande Olivier Père (Sissako, Sciamma, Ceylan. Bonello, Assayas, Moretti, entrambi i Trier, Jia Zhangke, Sokurov, Guiraudie, Dumont, Dudok de Wit, Herzog, Laguionie, Varda, Östlund, Haneke, Maoz, Rohrwacher, Noé, Ocelot, Denis, Diop, Porumboiu, Desplechin, Bellocchio, Lifshitz, Carax: vale a dire: qualche speranza in Just Philippot è giusto riporla!).
“Banchetto”, questo è il nome che le cavallette (locuste) danno al pianeta. (O erano gli esseri umani?)
* * * ¾
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta