Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
La sensualità torbida e insinuante di Istanbul nell'esordio di Ozpetek.Un film che è un omaggio a una città che ti entra sottopelle,un mondo a parte che viene prima rifiutato a priori da Francesco che ha ereditato un bagno turco in disuso da un eccentrica zia,ma che poi si rivela pieno di sorprese,un susseguirsi di sensazioni e di suggestioni lontane dalle cartoline turistiche.Il merito del film è proprio nell'aver posato l'occhio meccanico della macchina da presa su scorci poco noti di Istanbul,su strade addirittura vuote che per una città come la capitale turca sembra quasi un ossimoro.Inoltre viene descritto con cura il travaglio dei due protagonisti prigionieri di un matrimonio senza sbocchi,costretti a rifugiarsi in altri lidi amorosi,addirittura arrivando a scoprire definitivamente la propria sessualità fino ad ora negata o nascosta dietro una facciata rassicurante.Il percorso di Francesco è un percorso di crescita attraverso la diversità,quello di Marta è un tirare le somme di una vita mal spesa.Ozpetek all'esordio ha già uno stile compiuto,maturo e lo utilizza per omaggiare la sua origine geografica turca,per inanellare curiosità folkloristiche(la lettura dei fondi di caffè,i cibi) ma anche per racccontare in modo pudico una storia scomoda,non riconciliata....
è l'inizio di una buona carriera ,con uno stile già maturo
un po'legnoso ma funziona
molto bella ,algida,altera
non male,volto fresco
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