Regia di Rosario Scandura vedi scheda film
Non mi sento di essere particolarmente cattivo nei confronti del primo film di Rosario Scandura, giovane regista di Acireale, anche perché alla fine dei conti non ci sarebbero i presupposti per esserlo. Pur assistendo a un'opera prima (frutto di una produzione indipendente, premiata a Roma con il premio Hot Corn), la mano del giovane regista acese è molto visibile, sia nella stesura della sceneggiatura, sia dietro la macchina da presa.
Per quanto riguarda la scrittura, è chiaramente una storia che riflette un mondo conosciuto da Scandura (la storia è ambientata in gran parte nelle parte orientale della Sicilia, bagnata dal Mar Ionio e costellata di scogli di natura lavica molto suggestivi). Il fatto di conoscere il territorio, aiuta il regista a cogliere le sfaccettature altrimenti impercettibili. È un film che si concentra tanto su questo aspetto, poiché il territorio è al(il) centro della vicenda, dentro il quale poi nasce la storia d'amore di Rosario (e non viceversa). Non a caso il film inizia nel mare, con una ripresa subacquea davvero incatevole.
Ovviamente la parola territorio va interpretata in una doppia funzione: territorio come ciò che ci circonda, ovvero il mare, il sole, gli scogli; e territorio inteso come le persone che lo abitano, che riprendono e reificano le caratteristiche del luogo. Sotto questo punto di vista il film è pienamente riuscito, si vede bene ed è estremamente piacevole.
Come dicevo sopra, la mano del regista è visibile anche dietro alla macchina da presa: oltre alla sapiente ripresa dei territori, il giovane regista acese dimostra una sorprendente bravura nel muovere la macchina da presa in funzione di ciò che la scena richiede, come nel caso delle lunghe carrellate all'indietro o di un piano sequenza ben fatto. Emerge un chiaro intento autoriale che sicuramente verrà sviluppato e migliorato nei prossimi lavori.
Purtroppo per il film, nel finale comincia a mancare la scrittura. Una serie di eventi decisivi vengono chiariti in maniera frettolosa, tanto che anche tutta la vicenda ne risente. Tuttavia, è necessario ribadire che il film è frutto di una produzione indipendente, e che dunque ci sia trovati costretti a chiudere la vicenda cercando di limitare le spese economiche. Le mie sono solo supposizioni, che ciononostante potrebbero anche avvicinarsi alla realtà dei fatti.
Buona la prima, dunque. Nonostante le difficoltà, Lo scoglio del leone è sicuramente una piacevole sorpresa. Da siciliano sono particolarmente felice di assistere a questo tipo di cinema che racconta e fa bene alla nostra terra.
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