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Jonny torna a far visita al padre dopo vent'anni di separazione dell'uomo da sua madre, recentemente morta.
L'anziano padre da tutti questi anni si è ritirato a vivere come un'eremita presso un suo terreno di proprietà che l'uomo rimbosca periodicamente, battendosi contro una società sfruttatrice dei terreni confinanti, che utilizza la terra fangosa del luogo per trasformarla in materiale edilizio, fagocitandola tramite un enorme mezzo meccanico dotato di una bocca grande come una voragine.
Il figlio si presenta con la prospettiva di ottenere dal padre la somma che gli spetta a seguito della morte della madre, e l'ostilità che inizialmente continua a contraddistinguere i rapporti tra i due invoglia il giovane a cercare di dissuadere il genitore a cedere alle lusinghe dei dirigenti dell'azienda, volti ad offrire al padre una buonuscita per la vendita del suo bosco.
In seguito il contrasto tra i due si trasformerà in una intesa ed in un unico sentimento proteso a desistere ad ogni forma di convincimento, per salvaguardare quel paradiso circondato dalle sabbie tanto appetibili al business.
Primo film da regista dello sceneggiatore greco Georgis Grigorakis, Digger, presentato nella sezione Panorama di Berlino 70, è una sorta di western moderno e crepuscolare, in cui i dialoghi sono ridotti al minimo proprio a causa del carattere trattenuto e taciturno del protagonista anziano, uomo che agisce e che parla solo se costretto.
Interessante e tutt'altro che scontata l'ambientazione, che ci presenta un angolo remoto di Grecia montana piuttosto inedito, ove la foresta domina le regole di vita anche quando è minacciata dal progresso che desertifica e porta ogni cosa ad avere un prezzo ed una contropartita.
Nel film si sviluppa un bel rapporto tra padre e figlio, che si concretizza in una intesa che non ha bisogno di parole per completarsi e far tornare alla dignità un rapporto familiare altrimenti completamente alla deriva.
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