Regia di Eliza Petkova vedi scheda film
Tutti pazzi per Andrea...
Rimasto improvvisamente vedovo, Philip (Henning Kober) accoglie in casa propria, dove vive col suo unico figlio Martin (Theo Trebs) la sua nuova compagna Andrea (Nina Schwabe), una insegnante di sostegno ad un gruppo di bambini down. Spesso assente da casa per brevi viaggi di lavoro, Philip attende fiduciosamente che la nuova situazione familiare metta le dovute radici, lasciando che figlio e fidanzata, in quasi costante compagnia della giovane domestica (Anna Manolova), si possano studiare a dovere.
Andrea, solidamente innamorata di Philip, pare avere un carattere solare ed un atteggiamento del tutto positivo nei confronti della vita e del prossimo (forse anche a causa del suo mestiere che conduce con felice entusiasmo) e, seppure con teutonica freddezza e con un certo ironico distacco, non lesina sorrisi e inviti alla confidenza ai due nuovi conviventi, anche nei giorni in cui il compagno è assente. Costoro, al contrario, esordiscono guardandola con diffidenza, forse per invidia (la domestica) o forse per gelosia (il figlio). Ma Andrea riesce a farsi ben volere così tanto che, anche a causa dell’età che, approssimativamente, la vede forse più vicina a Martin che non a suo padre, tra lei e il figlio del fidanzato nasce una relazione segreta, inevitabilmente foriera di guai.
Eliza Petkova, di origini bulgare cresciuta anche artisticamente in Germania, firma regia e sceneggiatura di questo “Pesce che nuota a pancia all’aria” (il titolo si riferisce ai giochi dei bambini nella scuola di Sandra) e lo fa dando vita ad uno strano risultato (non saprei quanto voluto o involontario): se sul lato registico il film merita a mio avviso un grande applauso (atmosfere quiete che nascondono i fermenti interiori, scenari naturalistici fotografati e ripresi egregiamente, improvvisi erompere di musica rock a tutto volume dalle cuffiette durante il jogging o dall’autoradio che va, scene che si tagliano quasi incompiute, ma di una incompiutezza che sa raccontare e spiegare molto bene il seguito...), lascia sul versante della scrittura un grosso punto interrogativo. Sandra (che grazie anche alla presenza scenica di una strepitosa Nina Schwabe) è sicuramente il perno della vicenda, ed è presentato come “personaggio forte” nei confronti del quale tutto ciò che le ruota intorno pare destinato a confrontarsi/scontrarsi. Ma dal momento in cui scocca la scintilla con il giovane ragazzo di casa, improvvisamente diventa un personaggio completamente passivo, quasi evanescente, ininfluente, trasportato dagli eventi che, da quel punto in avanti, sono condotti totalmente dalla componente maschile del racconto. Non viene mai chiarito, ad esempio, di chi sia veramente innamorata Sandra, dove si tratti di amore o invece solo di attrazione (e che tipo di attrazione? la scena “on the road” del suo incontro con un gufo ferito sul ciglio della strada – sul quale non mi soffermo per non spoilerare – giustifica la domanda), perché nel fluire delle situazioni (la tresca clandestina è troppo ristretta tra le mura di casa per essere tenuta efficacemente nascosta) Sandra non è più artefice di nessun evento, non ha più voce in capitolo, si eclissa dentro un corpo che non ha più volontà propria. E ciò appare ancora più curioso dato che l’autrice dell’opera è essa stessa una donna, e che come donna pare abdicare a favore di un dominio maschile dal quale pareva poter essere libera fin dall’inizio.
Il finale in due fasi (a sorpresa, molto indovinato, del quale non dico nulla) restituisce in parte al genere femminile questo potere perduto, ma tutto il corpo centrale del film lascia in qualche modo un po’ sgomenti.
L’ho trovato (fatta la somma di tutti i fattori) un film molto interessante e, se non faccio nessun torto agli amici responsabili del sito di FilmTv, vorrei segnalare che ne è possibile la visione in streaming gratuito, versione originale con sottotitoli italiani, fino al 31 di ottobre 2021 nel sito di arte.tv/en/ a questo link. Il mio consiglio è di farlo.
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