Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Man in the Trunk

di undying

4 stelle

Noir con un incipit interessante che poi si perde in uno sviluppo forzatamente prolungato a causa di un soggetto striminzito. Inadeguati gli ultimi dieci minuti che fungono da prequel a quanto visto fino a quel punto.

Durante le festività natalizie il giovane avvocato Andrew Tucker (Ace Marrero) passa una serata in in intimità con la moglie Sara (Vanessa Reynolds), quando in piena notte riceve una visita inaspettata. Steven (Erik Bogh), un vecchio amico che non rivede da cinque anni, ora poliziotto, bussa alla sua porta per fargli un'insolita richiesta: "Ho bisogno che tu venga con me, ma non posso dirti dove stiamo andando."

Andrew si rende disponibile, saluta la moglie e monta in macchina con Steven solo per scoprire, più tardi, che nel bagagliaio c'è il cadavere di un uomo. L'amico chiede aiuto per seppellire il cadavere. Dopo aver acquistato gli attrezzi indispensabili in un area di servizio, i due si inoltrano in bosco per preparare una fossa. Per Andrew è l'inizio di un incubo quando, mentre sta scavando, vede Steven crollare al suolo, colpito dall'uomo che credevano essere morto.

Marc Hampson scrive (assieme ad Aaron Fairley) e dirige un noir in stile anni '40, che sarebbe stato ideale realizzare in bianco e nero. Lo spunto iniziale è interessante e per mezz'ora abbondante catalizza l'attenzione. Poi si perde in una serie di riprese ripetitive, dovute ad una storia troppo sintetica e più adatta ad un cortometraggio. Per oltre 70 minuti non è dato sapere nulla sull'identità del "corpo in macchina" e sugli eventi che hanno indotto Steven a chiedere aiuto all'amico, poi Hampson decide di chiudere con un flash back di oltre dieci minuti, che spiega -azzerando il fascino di mistero che sorreggeva il film- la banale e tristemente concreta motivazione causa d'un tentativo di delitto, non andato a buon fine.