Regia di Gérard Kikoïne vedi scheda film
Notevole esordio in regia di Gérard Kikoïne per un hard politico che consacra Brigitte Lahaie come icona di massimo erotismo. Una commedia dalle sfumature drammatiche, uscita anche sui nostri grandi schermi nel 1980 con un titolo "di genere".
Il barone Pierre DuPont (Patrice Chéron), di indole masochista, cerca soddisfazione sessuale sottostando alla cameriera Alice (Maude Carolle) o frequentando locali ambigui. Durante un'uscita con l'autista Hector, Pierre si diverte a scambiare ruolo con la servitù mentre, a bordo della sua lussuosa Rolls-Royce, raggiunge Milena (Sylvie Dessartre), una escort dominatrice. La moglie Solange (Brigitte Lahaie), rimasta sola in casa, è costretta ad ospitare Jean (Jack Gatteau), il fratello miope (e artista di fisarmonica) di Alice, e il suo compagno Finch (Alban Ceray), un evaso in cerca di riparo. I due uomini, in accordo con la serva, abusano della baronessa tenendola segregata. Per un giorno Solange si vede così costretta al ruolo opposto, dovendo obbedire ad ogni comando sino a concedersi sessualmente ai tre "rivoluzionari". Vestita solo con un grembiule che lascia esposte le parti intime, Solange si adopera in cucina, vessata da Alice, per poi servire la cena ed essere pronta a soddisfare ogni improvvisata e occasionale esigenza degli assatanati ospiti.
"Nel 1930, presi servizio come cameriera presso il barone e la baronessa DuPont. Ricordo con simpatia il barone Pierre. Non era una persona esigente, ma a volte le sue pretese erano insolite e stravaganti e richiedevano una speciale abilità. Il suo passatempo preferito consisteva nel farsi infliggere ogni sorta di umiliazione e di sofferenza." (Alice: memorie della cameriera enunciate in voice over nell'incipit)
Prima di arrivare a dirigire un paio di modesti horror realizzati nel 1989 (Sepolti vivi e Dr. Jekyll e Mr. Hyde: sull'orlo della follia), Gérard Kikoïne opera egregiamente nel settore dell'hard. Inizia a lavorare nel mondo del cinema come editor, agli inizi degli anni '70 (ad esempio anche per Jesùs Franco in Le giornate intime di una giovane donna, La comtesse perverse, Plaisir à trois e Lorna, the exorcist), mentre al tempo stesso dirige, a più mani, lo sconosciuto Mannequin (1974). Ma è proprio nel 1977, con lo pseudonimo di Sacha Rudamko, che debutta ufficialmente in regia. Dopo aver visto Brigitte Lahaie in Jouissances (Piaceri folli) di Claude Mulot, Kikoïne la pretende per Indecences 1930 (titolo originale di Memorie di una baronessa), film che consacra la bellissima attrice (qui in versione insolitamente mora) alla massima notorietà e ad una prolifica successione di pellicole hard dirette, tra gli altri, da Francis Loroi e José Bénazéraf, con eccezione di Jean Rollin che tenta di lanciarla nel circuito normale. Scelta a dir poco indovinata, quella di Kikoïne: benché la protagonista della pellicola sia Alice (in veste di narratrice) è infatti attorno alla Lahaie che il regista orienta interamente la forte carica d'erotismo.
Indecences 1930, ambientato appunto negli anni '30, è un film molto ben realizzato, al di là del genere di appartenenza. Kikoïne ricostruisce ambienti d'epoca, facendo attenzione anche ai costumi (persino l'intimo rispetta la moda del tempo). Il tema che percorre, sottofondo, l'intera sceneggiatura è chiaramente politico e questo aspetto eleva, non poco, il risultato finale. Tecnicamente molto ben girato, con uso di sfocature circolari e filtri deformanti (le soggettive del miope Jean, in esplorazione del corpo di Solange, con dettaglio "sfumato" di capezzoli e sfintere della Lahaie in primo piano), Indecences 1930 finisce per essere un film eccezionale, tanto che raccoglie il massimo consenso di chiunque abbia avuto la fortuna di visionarlo. A tutto questo va aggiunta una colonna sonora pertinente e interpretazioni decisamente sopra la media (con la Lahaie in testa) da parte di tutto il cast artistico.
Probabilmente, a dispetto del tema drammatico, l'ottimo risultato è da attribuire alla felice intuizione di Kikoïne: lo sviluppo del film è infatti da pura commedia, e conduce ad un finale in cui i ruoli vengono, consapevolmente, ristabiliti. Molto efficace -forse piu dell'esplicita serie di momenti hard (blowjob, anal, inserzione di dildo, vegetali... e persino di rognone!)- l'aspetto erotico, garantito dalla perfezione del fisico della Lahaie e dal succinto abbigliamento che è forzata a indossare. Come dimostra la sensualissima sequenza in debito con Malizia: per prendere una pentola da un alto cassetto della cucina, Alice suggerisce a Solange di utilizzare la scala.
Uscito nelle sale italiane sul finire del 1980 con il pessimo titolo di L'altro vizio di una porno moglie, nelle successive edizioni home video è stato distribuito come Memorie di una baronessa. Titolo di nuovo fuorviante, essendo in realtà -le memorie- quelle della cameriera Alice.
Che si tratti di un'opera unica nel panorama della cinematografia "erotica", sta a testimoniarlo il fatto che copia del film (in VHS) è archiviata (per libera consultazione, assieme a I racconti di Tiffany Lust, dello stesso regista) presso la Cineteca di Bologna.
Citazioni
- "Mentre il barone si divertiva nei suoi viaggi d'affari, madame si annoiava. E quando madame si annoiava, io ne facevo le spese." (Alice riflette mentre subisce i rigidi ordini domestici di Solange)
- "Nel nome Solange, è nascosta la parola Angelo." (Finch)
- "La ribellione degli schiavi cambia il mondo. Stasera i ruoli sono invertiti: e ci serve Solange. Jean, suona la fisarmonica..." (Finch, mentre si accomoda a tavola per la cena)
- "Guardala bene, la tua padrona. Sembra che abbia gli stessi gusti della sua cameriera..." (Finch rivolto ad Alice, mentre si accoppia con Solange)
- "Nonostante i modi aristocratici, e la puzza sotto il naso, le piace farsi amare quanto me." (Alice)
- "I miei sensi sono atrofizzati ed io sopperisco con il tatto." (Jean dopo aver messo una mano al culo di Solange, mentre la ragazza serve a tavola)
"La bocca di una donna non serve solo a dire sciocchezze." (Finch)
"Il Papa ha emanato un'enciclica che si chiama... Rectum Novarum." (Jean)
- Mentre è costretta a servire, indossando solo il grembiule, Solange protesta.
"L'unico modo di trattare con i ricchi, è di metterglielo nel culo!", sentenzia Finch dopo averle dato un ceffone, convertendo poi decisamente in pratica la teoria.
"L’amore ti rende un ribelle, un rivoluzionario. L’amore ti dà ali per volare alto nel cielo." (Osho)
F.P. 07/01/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 76'48")
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