Regia di Armando Fizzarotti vedi scheda film
Un ladro gentiluomo vuole cambiare vita e la sua ragazza, dopo aver atteso a lungo tale cambiamento, decide di farsi suora.
Armando Fizzarotti, classe 1892, ha cominciato a girare pellicole nell’epoca del muto; le sue opere più note sono però i melodrammi che ha diretto nella sua ‘seconda giovinezza’ artistica, nel corso degli anni ’50; Cuore forestiero è una fra queste. Nulla di imperdibile, né di particolarmente interessante: la sceneggiatura del regista e di Rodolfo Novelli – da un soggetto del produttore Antonio Ferrigno – pesca fra i consueti stereotipi del genere con l’ambizione più che evidente di far leva su sentimenti forti e facilotti, tra amori impossibili, possibili ma in qualche modo soffocati e possibilissimi ma fatui, verso un finale dolceamaro. Piero Lulli, Maria Piazzai, Aldo Nicodemi, Amalia Pellegrini e Franco Jamonte costituiscono il nucleo centrale del cast; nomi non eccellenti, ma efficaci nel contesto, che lasciano a ogni modo intuire la modestia del budget di partenza. Sfruttato adeguatamente, se si considerano le ambizioni: ma Fizzarotti, lo si è detto, era d’altronde un regista esperto di questo tipo di prodotti. 3/10.
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