Regia di Jeff Orlowski vedi scheda film
Viviamo ormai in un’epoca in cui i social media sono il fulcro attorno al quale ruota la nostra esistenza. Non c’è viaggio, cena o evento che non sentiamo l’esigenza di immortalare con un post o con una storia su uno dei social più utilizzati o in voga del momento. Ma quali sono le conseguenze di questo spasmodico uso? Lo sappiamo esattamente cosa c’è dietro ogni like ed ogni interazione?
Per rispondere ad ogni dubbio o domanda, anche ancora non posta, Jeff Orlowski realizza un meticoloso documentario che ha l’intendo di dare voce a tutti coloro che con questi strumenti hanno avuto a che fare e soprattutto che fine fanno tutte le statistiche, le preferenze ed ogni sorta di dato che proviene dai nostri profili social.
Il quadro che ne viene fuori è a dir poco spaventoso. La macchina costruita per accalappiare ogni singolo utente è uno strumento sofisticato che ha la capacità di archiviare ogni sorta di interazione senza la minima pecca a tal proposito, mostra invece le sue falle sempre e solo a proposito della salvaguardia o quantomeno della tutela della privacy che viene continuamente calpestata senza il minimo scrupolo.
Sia chiaro, l’impressione finale è quella di non guardare e ascoltare nulla di nuovo, dopotutto attraverso una piattaforma come Netflix che fa del meccanismo di cui sopra lo strumento del suo guadagno (il che, direte voi, è già un grandissimo controsenso) ma averne la conferma, concretizzata con dati e statistiche, è qualcosa di ben diverso da una supposizione o da una qualsivoglia intuizione.
Ammetto che non ho percepito l’esigenza, come a qualcuno sembra sia accaduto, di dismettere i miei canali social; sarà forse perché l’uso che ne faccio è talmente sporadico che mi sembrava inutile o semplicemente che mi sembrerebbe di essere, se possibile, ancora più ridicola di quello che già non sono utilizzandoli a prescindere, ma devo asserire che ho eliminato definitivamente ogni sorta di notifica, per eliminarle l'aspetto di ubbidienza che ne deriva considerando che la cosa più inquietante di tutto questo è proprio la sensazione di essere portati al guinzaglio come un cagnolino fedele.
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