Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
La sequenza d'apertura, sudata, malaticcia e intrisa del disincantato cinismo del pragmatismo pratico di chi programma la vita degli altri per interesse è una delle cose migliori del film, costruita con l'abilità tipica di Aldrich:un confronto duro tra due uomini, prima di una festa in cui uno dei due verrà ucciso con una violenza inaudita per una pellicola uscita a metà anni Sessanta. Girato sull'onda dell'affermazione del cultissimo "Che fine ha fatto Baby Jane?", e per molti scambiato per un mezzo sequel di tale film, questo è un thriller psicologico dalle atmosfere grevi, con un paio di colpi di scena ben posti e una più netta propensione al delirio, narrativamente parlando. Sprazzi orrorifici non mancano, però per essere all'altezza del film citato,in questo lavoro stridono il finale quasi edificante, sembrano anche troppo azzeccate le congetture di chi ha elaborato il complotto messo in atto per fare impazzire la povera protagonista e infine, lascia non poco perplessi il fatto che per organizzare tutta la faccenda siano stati fatti passare quasi quarant'anni, troppo tempo per qualcuno che punta a godersi i denari di altre persone. Bette Davis, pur alle prese con un personaggio meno sfaccettato di Baby Jane, rende comunque eccezionalmente la luce forse folle, forse solo in preda ad una paura mai sopita:le fanno discreta corona sia Olivia DeHavilland che Joseph Cotten, ambigui fino al sottofinale.Non tra i più bei titoli di un regista notevole, comunque.
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