Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Capolavoro misconosciuto, almeno in Italia, del cinema americano. Intensa, macabra e passionale storia d'amore e d'odio, che racconta la vicenda di Carlotta Hollis, un'appassita bellezza del Sud che per quarant'anni ha vissuto segregata nella sua villa di campagna, insieme alla fedele domestica, dopo che il suo fidanzato, un uomo sposato con cui avrebbe dovuto scappare di casa, è stato barbaramente ucciso, mutilato e decapitato. Anche in seguito allo shock dell'assassinio, a ripetuti scherzi macabri e a lettere spaventose che riceve di continuo, Carlotta è arrivata a convincersi di esser stata lei ad ucciderlo. L'arrivo di sua cugina Miriam (che aveva raccontato a suo padre della sua relazione con quell’uomo) riporta nella sua mente strane emozioni, e le apparenti allucinazioni di teste e mani insanguinate, arrivano a minare il suo già fragile sistema nervoso. Mentre un assicuratore nelle vesti di giornalista finisce col svolgere una specie di indagine sul caso, Miriam e un medico amico di famiglia fanno di tutto per provocare in Carlotta un esaurimento tale da farla ricoverare e mettere le mani sui suoi soldi. Ma Carlotta metterà bruscamente fine ai loro piani, e scoprirà che la moglie del suo ex-ragazzo, e non lei, si era macchiata di quell'efferato omicidio. Così si allontana da casa sua, sull'auto della polizia, con la gioia negli occhi. Il film avrebbe dovuto essere un seguito del grande successo "Che fine ha fatto Baby Jane" (What Ever Happened to Baby Jane, 1962), sempre di Aldrich, nel tentativo di riunire la coppia Bette Davis-Joan Crawford, ma quest'ultima si dichiarò malata qualche giorno dopo le riprese, pare dopo un forte dissidio con la rivale Davis, e così la sceneggiatura venne modificata e Aldrich ingaggiò Olivia de Havilland. Il film ha una narrazione estremamente toccante e piena di suspense: ma se è vero che il grande Robert Aldrich non si risparmia in uno stile crudo e talvolta allucinatorio, è pur vero che riesce ad infondere nella trama una tenerezza e un romanticismo assenti nel suo precedente capolavoro, il tutto con estrema eleganza. La storia come già detto è più che coinvolgente, e le performances degli attori sono tutte da applauso, particolarmente quella dell'inarrivabile Bette Davis, che con quel suo sguardo riesce a suscitare nello spettatore la più forte tenerezza per il suo personaggio. Altrettanto da applauso il momento in cui il personaggio di Carlotta, scoperta la infida trama ordita da sua cugina e dal dottore, lancia su di loro dal balcone un enorme vaso di marmo, uccidendoli, e si allontana con giusta soddisfazione. Insomma un film straordinario, da vedere assolutamente!!!
Al contempo dolce e agghiacciante il motivetto che nella vicenda il fidanzato di Carlotta aveva composto per lei, e che questa ascolta spesso con triste rimorso: "Piano... piano, dolce Carlotta".
Accusata di eccessivo gigionismo nel tracciare la figura della trasandata e sbrigativa, ma allo stesso tempo fedele e premurosa, governante di Carlotta, che tenta di tutto, ma invano, per salvare la sua padrona, Agnes Moorehead si è dimostrata invece adattissima al ruolo, magari concedendosi qualche eccesso di istrionismo, che però alla parte non guasta affatto.
Bravo e convincente, nel ruolo del malvagio medico che vuole eliminare Carlotta, avvalendosi dell'aiuto della cugina di questa. Certo non è di quelle interpretazioni che lasciano il segno, ma la stoffa d'attore c'è e si vede, e d’altronde il personaggio non richiede poi molto.
A dir poco straordinaria nel ruolo dell'apparentemente dolce e comprensiva, ma in realtà perfida e calcolatrice cugina di Carlotta, che arriva a convincerla di esser stata colpevole della morte del fidanzato. La vasta gamma espressiva e il sofisticato temperamento drammatico dell'attrice hanno avuto qui ampia dimostrazione.
LA PIU' GRANDE ATTRICE DI TUTI I TEMPI!!! Incredibilmente affascinante, ha saputo infondere nel personaggio una struggente sensibilità, mostrandolo ora vittima e ora carnefice, donandogli in ogni istante una tristezza interiore e una latente tenerezza che non possono non accattivarsi la comprensione dello spettatore. Bette Davis è stata l'unica attrice a riuscire a trasmettere emozioni con lo sguardo, e che possiede una fisicità interpretativa semplicemente sbalorditiva. Insomma: Brava... brava, grande Bette!!!
Probabilmente uno dei più grandi registi della storia del cinema, in cui ha osato come pochi altri hanno fatto, azzardando uno stile narrativo e visivo spesso crudo e truculento, prediligendo un uso anche introspettivo della macchina da presa, con cui in questo caso ha dato vita, con ritmo serrato e violento, ma anche tenero e romantico, a questa incantevole vicenda.
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