Regia di Liesl Tommy vedi scheda film
La vita di Aretha, per tutti amici e famigliari ‘Re’, Franklin narrata senza giudizi morali e prevalentemente analizzandone i tormentati rapporti famigliari, le gravidanze indesiderate, i lutti e le violenze. Partendo dall’infanzia con il padre Clarence, un sontuoso Forrest Whitaker, predicatore battista di fama nazionale, amico intimo di Martin Luther King, impegnato nella difesa delle minoranze ma anche dedito ad alcool e violenza e altrettanto conscio dello smisurato talento vocale della figlia impiegata inizialmente nel corso di messe per decantare le lodi dell’altissimo, o fatta esibire per i prestigiosi ospiti di feste domestiche. Arrivando a ripercorrere i demoni personali della nemmeno ventenne Aretha, il rapporto tumultuoso con gli uomini della sua vita e con le sorelle coriste, il desiderio di non mettersi necessariamente in prima fila per la difesa delle minoranze, al contrario di altri artisti che scelsero la via maestra, mentre i ‘60ies avanzano spietati e l’alcool, nel quale cercava consolazione e rifugio, ne aggravava le condizioni fisiche e personali. Una pellicola, quella della regista teatrale Liesl Tommy, che riesce a restituire al pubblico la vita lontana dai riflettori di una star della musica, riuscendo a normalizzarla, restituendocela con pregi, errori e difetti e rendendo la sua musica, nel corso del film selezionata proposta attraverso i suoi più grandi successi, e il suo smisurato talento come due semplici ma splendide appendici. Abile Angela Hudson nel difficile ruolo della Franklin, ma ancora una volta capace di confermarsi nell’essere protagonista di pellicole a sfondo musicale avendo già impersonato Effie White, cantante e fondatrice delle Supremes, nel biopic del 2006 firmato da Billie Condon. Da vedere per non perdersi una storia che affonda le proprie radici nel Gospel terminando con una redenzione del tutto personale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta