Regia di Claudio Cupellini vedi scheda film
Un padre malmesso (Pierobon) e un figlio quattordicenne (il rapper Leon De La Vallée) sono tra i pochi sopravvissuti di un'umanità semiestinta. Vivono in una laguna, al di là delle paratie che sono le colonne d'Ercole oltre le quali vige solo la legge del più forte. Alla morte del padre, il figlio varcherà quel limite che gli era proibito, entrando a contatto con il peggiore dei mondi.
Scritto dal fumettista Gipi, La terra dei figli è una plumbea distopia imperniata su un McGuffin che sta tutto in un diario redatto dal padre. Al crocevia tra La strada di Comac McCarthy e Waterworld, il film segna tuttavia un notevole passo indietro rispetto al precedente, avvincente Alaska. Per quanto audace nella messa in scena e impressionante nelle ambientazioni, il quinto lungometraggio di Cupellini sembra girare a vuoto, con un ritmo talmente lento da essere spesso estenuante.
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