Regia di Dan Brownlie vedi scheda film
Nelle tombe sotterranee londinesi si gira un reality show promozionale, destinato a lanciare il sequel di un film horror di successo. Il soggetto non è dei peggiori: peccato che sceneggiatore e regista abbiano ben poche idee, e ancor meno talento.
Londra. Per girare uno spot promozionale, denominato The tombs live, una troupe si introduce nelle tombe sotterranee di Londra, risalenti all'epoca in cui -a causa della peste- i cadaveri venivano sepolti in una fossa comune. Tombe scoperte solo trecento anni dopo, in occasione della costruzione del London Bridge, e ora affollate da un set televisivo e altri improvvisati ospiti, costretti ad apprendere con stupore che al loro interno dimora ancora lo spettro sanguinario di Robert White, un negromante dell'epoca. Il programma, un reality show girato con i protagonisti del sequel di un film di successo, prevede un percorso sotterraneo nelle tombe di Londra, alla ricerca del teschio di White.
L'inglese Dan Brownlie non è un principiante, avendo già diretto svariati horror, alcuni antologici, ma nessuno dei quali si può definire memorabile. Il più celebre resta forse il mediocre Virus of the dead (2018), e anche in questa circostanza il risultato non cambia. The tombs prende il peggiore dei format televisivi (il reality show) per farne una versione cinematografica di scarsa efficacia, dove il mix tra finzione e realtà dovrebbe costituire motivo di interesse ma finisce invece per rendere monotono e prevedibile lo sviluppo narrativo. Attori e attrici palesemente retorici, antipatici e frutto di ritocchi estetici al bisturi -adatti quindi al fallace e ipocrita mondo patinato dei VIP, i veri mostri della società, creati dallo schermo televisivo- non contribuiscono di certo a rendere più gradevole l'esperienza della visione. Visione che non funziona neppure come banale intrattenimento, dato che latita pure lo splatter. L'incappucciata reincarnazione di Robert White è tra le più ridicole, soprattutto per movenza, figure di seriak killer-zombie mai apparse sullo schermo. The tombs rimane così l'ennesima innocua (non c'è verso di provare un minimo brivido di paura) e inutile carnevalata (non) horror, ispirata dalla piattezza televisiva dei reality show.
"Pèste s. f. [dal lat. pestis «distruzione, rovina, epidemia», prob. affine a peior, pessimus]. – Malattia infettiva e contagiosa, ad alta mortalità, dovuta al batterio Yersinia pestis, trasmesso all’uomo dalle pulci dei generi Xenopsylla e altri, parassite dell’uomo e di varî roditori, in partic. ratti e topi: si manifesta, dopo una breve incubazione di 2-7 giorni, con febbre alta, dolori al capo e alla colonna vertebrale, vertigini, delirio e altri disturbi, ed è caratterizzata nella forma più comune (p. bubbonica) da tumefazioni di uno o più ganglî linfatici del collo, delle ascelle, dell’inguine, talvolta di quelli mediastinici o addominali, ma può anche decorrere senza linfadenite con i caratteri di una grave sepsi fulminante (p. setticemica primaria) e, più raramente, localizzarsi nei polmoni per inalazione diretta di bacilli pestosi (polmonite pestosa) o alle meningi come complicanza della peste bubbonica (meningite pestosa)." (Dall'enciclopedia Treccani)
F.P. 25/12/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 78'42")
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