Regia di Ludovico Di Martino vedi scheda film
NETFLIX
Un valente e pluri-decorato capitano delle forze speciali italiane, con alle spalle svariate missioni nei luoghi caldi che hanno scatenato i più devastanti scontri bellici tra popoli e culture, vive ora schiavo di psicofarmaci a seguito principalmente delle conseguenze occorse durante l'ultimo incarico, rivelatosi un vero fallimento organizzativo, da cui l'uomo ne è uscito vivo per miracolo dopo torture e pesante prigionia, ed ora incapace di ricondursi ad una vita normale, senza incubi ricorrenti che ne devastano la quotidianità ed azzerano ogni residuo di ipotetica serenità.
Vita coniugale compromessa, figli destinati a vivere con la madre, con un maschio ormai quasi adulto che lo evita, ed una bimba che lo adora nonostante tutto.
La misteriosa sparizione della figlia, la sera stessa in cui doveva recarsi col fratello, assai recalcitrante all'idea, a pranzare dal padre, riattiva nell'ex capitano quella intraprendenza e voglia di agire con cui l'uomo viene in qualche modo costretto a riprendere la sua attività di soldato, dopo mesi di inedia ed inattività. Motivato dal fatto che la polizia compie un errore ed ingenuità dietro l'altra nell'approfittare della situazione ancora calda, per catturare i presunti rapitori della figlia.
Come un Rambo desideroso di venire al dunque e riappropriarsi di uno dei pochi ed ancor genuini affetti di cui ancora gode, l'uomo si trasforma nuovamente in quella macchina da combattimento per cui è stato lungamente addestrato, e che sembrava aver sepolto nella sua ormai persistente rinuncia a vivere da persona attiva e lucida.
Il progetto di un film di genere, un action adrenalinico che sappia calarsi nelle realtà urbane tutte italiane senza per forza ambire a location internazionali a noi lontane, è l'aspetto che più predispone ad un atteggiamento indulgente verso questa opera, che trova il coraggio di aprirsi ad un pubblico più vasto ed internazionale, senza per questo dimenticarsi del suo territorio d'origine e di ambientazione.
Purtroppo i motivi per difendere il progetto finiscono li, al di là di apprezzare la circostanza che il ruolo da protagonista sia stato affidato ad un attore eccezionale, colto, e quasi sempre poco avvezzo a venir coinvolto in progetti prettamente commerciali, come questo che stiamo prendendo in esame: Fabrizio Gifuni resta un grande interprete, ed una delle cose migliori di questo prodotto, peraltro monocorde ed afflitto da tutta una serie di ulteriori personaggi davvero scontati, fiacchissimi, poveri a livello di costruzione e troppo banalmente sfaccettati e descritti: figurine piatte, inerti, figlie coerenti di un progetto che agisce piuttosto validamente solo sul coté action (alcuni svariati momenti, dagli inseguimenti nel caos del traffico notturno, alle immagini dinamiche della città dall'alto, sono valide, così come efficace il taglio registico energico scelto dal regista Ludovico Di Martino), e dalla accattivante confezione esteriore, perfetta finalmente anche per un ritorno in ambito internazionale di un prodotto tutto made in Italy, ma frana inesorabilmente quando subentrano situazioni incentrate sulla dinamica introspettiva delle varie figure coinvolte.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta