Regia di Walter Veltroni vedi scheda film
Mezz'ora di chiacchiere appetitose, più un'ora e un quarto di concerto che si sente maluccio e si vede da schifo. Veltroni ci mette solo la firma.
De André non aveva un carattere facile e sul palco non arrivava sempre al massimo della lucidità. Certo è che non amava essere ripreso durante le sue esibizioni dal vivo, tanto è vero che per anni uno dei pochissimi concerti che si potevano vedere in televisione era quello per cui concesse la liberatoria, completamente ubriaco, a Sarzana, nel 1981. Altrettanto fece in occasione di uno dei tanti concerti che eseguì con la PFM nel 1978/79, quello che si tenne a Genova il 3 gennaio 1979, ripreso con zoomate improvvise e apparenti principî di Parkinson da Piero Frattari. Walter Veltroni ha miracolosamente recuperato le videocassette sulle quali fu registrato quel concerto e, senza miracolo alcuno (si vede da schifo, si sente passabilmente) ci ha fatto un film di un’ora e tre quarti. La prima mezz’ora, stringi stringi, è la cosa più interessante: “prezzemolo” Dori Ghezzi, che se non fosse stata la compagna di De André non se la filerebbe più nessuno da decenni, e alcuni esponenti (Franz Di Cioccio, Patrick Djivas, Franco Mussida, Flavio Premoli) di quella che fu una delle formazioni di punta del progressive italiano, la PFM, raccontano aneddoti su quella fortunatissima tournée che all’inizio sembrava destinata a scontentare tanto il pubblico rocchettaro della band quanto quello impegnato del cantautore. Alle loro testimonianze se ne aggiungono altre, come quella di David Riondino, che all’epoca apriva il concerto, del cameraman Piero Frattari e del notissimo fotografo Guido Harari. Filmati in parte su un treno, in parte nei luoghi – oggi desolati – dove si tenne quel concerto, i racconti aggiungono qualcosa anche per i più rigorosi esegeti del verbo di De André. Di suo, Veltroni ci mette la firma e pochissimo altro.
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