Regia di James Wan vedi scheda film
Madison, una giovane donna incinta, viene coinvolta nel suo terzo aborto, stavolta un po' meno spontaneo dei precedenti, considerato che la stessa viene malmenata dal violenti consorte disoccupato, quando lei lo raggiunge nella casa gotica dei due.
Le botte che la donna riceve, oltre a procurarle quella ennesima interruzione di gravidanza, riaccendono una miccia pericolosa che pareva debellata anni prima, poco dopo la nascita di Madison, nel concitato incipit con cui il film si apre alla vicenda.
Malignant indica pertanto la parte cattiva che alberga in noi; quella che, nel caso specifico, condivide lo stesso cervello, e invidia alla creatura nata regolare, la possibilità di possedere un corpo che, al contrario, alla parte compromessa e rancorosa, invece non appartiene.
Quello di Madison, fu una sorta di gemello parassita, che meritò pure un nome, Gabriel, e che finì per nutrirsi, già da embrione, di tessuti gemello sano, erodendolo come un cancro. Ecco che Gabriel si presentava come un tumore dotato di vita a sé, ma che condivide lo stesso cervello della sorella sana, e pronto a rifarsi vivo non appena una tragica circostanza ne crea i sinistri presupposti.
Si troveranno a combattere questo essere micidiale due poliziotti, Madison e sua sorella, che con l'occasione scopre come la primogenita della sua famiglia, sia in realtà una sorellastra adottiva.
Da un soggetto di James Wan e Ingrid Bisu, adattato per lo schermo da Akela Cooper, il più famoso e prolifico autore horror dell'ultimo decennio, James Wan, autore di saghe e reboot di gran successo come Saw l'enigmista, i coniugi Warren de Theo Conjuring e la serie dedicata alla bambola satanica Annabelle, torna ad occuparsi di in progetto a sé stante, firmando un horror incentrato sul male e sull'essenza che lo alimenta e ne rende devastanti le conseguenze.
Pur incentrato su una presa emotiva tipica da horror, il film si concede sprazzi di assaispiccata ironia, incentrati, in particolar modo sulla figura della incredula e beffarda ispettrice di polizia, figura resa interessante e spiritosa grazie ad un paio di battute memorabili, ove spicca la sua incredulità di fronte alle storie bizzarre che i testimoni dei massacri vengono a riferirle.
Si aggiunga qualche valida location avveniristica e sin Tamara, come il sinistro ospedale aggrappato sopra la rupe come il castello di Dracula, ove si svolge il concitato incipit, o la incredibilmente cupa casa gotica della bella e tormentata protagonista (una catatonica Annabelle Wallis, perlacea e immota quasi come la bambola assassina sua omonima), ed ecco un filmaccio d'orrore da gustare tutto d'un fiato, senza fare troppo gli schizzinosi, lasciandosi guidare dall'estro un po' demodé dell'eccentrico ma stiloso, un po' sopravvalutato autore horror così celebrato quale è appunto James Wan.
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