Regia di François Truffaut vedi scheda film
Il film di Truffaut sulla seconda figlia di Victor Hugo, fuggita di casa per correre dietro, in Canada, a un giovane ufficiale che non l'ama. E subito si chiariscono i rapporti tra i giovani e lo scrittore: mentre la figlia si spaccia per una figlia di padre ignoto, il tenente domanda "Che cosa ne pensa il grand'uomo?". E infatti il film, riuscito, è bene dirlo, è un mix di amour fou surrealista (e tanto più cara dovrebbe essere Adele ai surrealisti per quel suo vezzo di scrivere un diario in codice) e di ribellione contro i genitori (e in questo caso il genitore-grande artista è più ingombrante che mai). La sequela di umiliazioni che subisce l'innamorata (fino alla follia, si potrebbe dire a buon diritto) ricorda quella, che per converso riguarda l'amore folle di un uomo maturo per una giovane, di Lolita o di Quell'oscuro oggetto del desiderio. Il difetto qui sta nella scelta di Truffaut di affidare il ruolo della protagonista a Isabelle Adjani, bravissima, ma troppo giovane (nel 1975 era giusto ventenne) per rendere i trentatre anni della vera Adele al momento in cui fuggì di casa. E questo anche se so che Truffaut tradisce volutamente e in più punti la storia vera della vera Adele.
Truffaut ha spesso girato film dal punto di vista dei figli, fossero bambini ("I quattrocento colpi", "Gli anni in tasca") oppure già grandi ("Le due inglesi"), come in questo "Adele H. Una storia d'amore". Il grande regista francese, scomparso ahimè da ormai più di vent'anni, ha secondo me dato il meglio proprio in questi film.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta