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Un posto ideale per uccidere

Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film

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La recensione su Un posto ideale per uccidere

di mm40
3 stelle

Due ragazzi danesi sono in viaggio in Italia. Rimasti senza soldi e senza benzina, riparano nella villa di una ricca signora, che li ospita presentandosi come moglie di un ufficiale. Quest'ultimo, atteso a casa, non rientra, mentre la padrona offre il suo corpo al giovane ospite e la fidanzata di questi va su tutte le furie. E' solo l'inizio di una tragedia.

 

Un posto ideale per uccidere è forse il thriller meno thriller di questo periodo della carriera di Lenzi, autore di pellicole tematicamente affini, ma di maggior consistenza pur lavorando costantemente a basso budget o poco più (Orgasmo, Sette orchidee macchiate di rosso, Così dolce... così perversa, Gatti rossi in un labirinto di vetro). Quello che non va in quest'opera è innanzitutto lo scarso livello di tensione mantenuto dalla pur non disprezzabile, per altri versi, sceneggiatura di Lenzi, Lucia Drudi Demby e Antonio Altoviti; la costruzione logica dei personaggi va poi in frantumi ripetutamente (sempre senza considerare il fatto che due giovani danesi parlano italiano perfettamente, comprese parole in gergo e modi di dire abbastanza ricercati), sminuendo il buon impianto giallo della trama e le ben assestate dinamiche interrelazionali (in fondo al racconto c'è anche un triangolo amoroso, va ricordato). Ray Lovelock, Ornella Muti e Irene Papas sono i tre volti centrali del film e nessuno di loro primeggia, così come nessuno fa grossi danni; in ruoli minori compaiono anche Umberto D'Orsi e Sal Borgese. Colonna sonora - con tema in inglese, non male - di Bruno Lauzi: una rarità quasi unica, visto che il cantautore scrisse per il cinema soltanto queste musiche e quelle del contemporaneo Durante l'estate di Ermanno Olmi. La Muti è alla terza partecipazione su un set, ma non alla prima come protagonista. 3/10.

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