Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Pellicola anomala che miscela un po’ di road movie, un po’ di giallo e un po’ di erotismo, rimanendo però a metà strada in tutto questo. Di fatti la sceneggiatura non propone un intrigo capace di tenere sulle spine lo spettatore (per quel che concerne l’alone di mistero che sta dietro alla storia), né punta in modo deciso sull’azione o sull’erotismo (nonostante, su questo punto di vista, l’inizio possa fare pensare diversamente). Meglio il primo tempo, il finale, invece, è una tipica conclusione alla Umberto Lenzi.
Sia chiaro, il soggetto su cui ruota il film è sufficiente (e meno inverosimile di altri prodotti di Lenzi), soprattutto perché si differenzia dai canonici gialli; quello che non convince è lo sviluppo. Ottima, invece, la regia (belle le scene girate in stile “poliziottesco” e quelle di ballo) del regista grossetano che si rivela più in palla del solito, soprattutto nella prima parte di film dove abbonda con zoom e “contro zoom” e primissimi piani che poi sfuocano per riprendere ciò che stà sullo sfondo o viceversa. La scena più bella è socuramente quella ambientata in mezzo a una voliera con Lovelock e la padrona di casa che lottano circondati da civette e altri uccelli notturni.
Montaggio serrato, discreta la fotografia. Più che sufficienti le interpretazioni con un Lovelock e una Muti (davvero uno schianto con i suoi stivaletti e la minigonna) alle prime armi, ma con performances migliori di molti film che faranno successivamente. Carinissima la colonna sonora (specie il main theme) di Bruno Lauzi. Gradevole, ma con almeno un paio di trovate in sceneggiatura si sarebbe potuto elevare a un buon prodotto. Parzialemente riuscito. Voto: 6+
E’ uno schianto.
Più brillante qui che in molti poliziotteschi successivi.
Parlando solo eslusivamente di regia, credo che questo prodotto sia uno dei suoi migliori risultati, chiaramente se si valuta il film nel suo complesso il discorso cambia.
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