La recensione su 0.0 Mhz

di undying

1 stelle

Il solito gruppo di geniali adolescenti, che non trova nulla di meglio da fare che piantarsi in una catapecchia stregata. Meglio: spiritata. Horror coreano che ripete, per la milionesima volta, triti e ritriti cliché di genere. Con l'aggiunta di un'ironia tipicamente orientale, che sta all'horror come i cavoli a merenda.

Un gruppo di studenti, ricercatori di fenomeni paranormali, conduce un esperimento all'interno di una casa che ha fama d'essere stregata, dopo che un'anziana si è tolta la vita impiccandosi e uno sciamano è deceduto al suo interno nel tentativo di esorcizzarla. Gli avvenimenti prendono presto una brutta piega quando i vari membri del gruppo finiscono per essere aggrediti uno ad uno da una forza soprannaturale.

Sun-Dong Yoo è il nome del regista coreano esordiente che, ispirato da un fumetto di Jak Jang, ha la bella idea di scrivere una memorabile sceneggiatura. Peggio: la trasporta sullo schermo, realizzando l'ennesimo delirante horror orientale girato con certo stile ma assolutamente privo di trama. La storia si riduce al solito gruppo di adolescenti (con un discutibile senso dell'ironia) che se la vanno (come sempre) a cercare. Nello specifico decidono di entrare in contatto con entità spiritiche (novità quasi esaltante) tramite un'apparecchiatura che, collegata a un dormiente in fase REM, stabilisce il contatto tra questo e il fantasma, modulando le onde cerebrali sulla frequenza 0.0 (da cui il titolo). E zero-punto-zero è non solo il livello di paura che il film riesce a provocare, ma l'ideale voto che merita, raddoppiato in negativo, per interpretazioni surreali, svarioni di genere (commedia, fantascienza e horror) e noia inarrestabile che riesce - caso unico più che raro - a trasmettere per oltre 100 minuti. Mezzo pallino per la bella cover, tanto efficace quanto sprecata, dato il bel risultato.

"Quel posto era da lungo tempo in balia della polvere e delle ragnatele, della solitudine e del silenzio. Mi sembrò di muovermi fra le tombe e di disturbare l’intimità dei morti, quella prima sera in cui salii nel mio appartamento. Per la prima volta nella mia vita, un timore superstizioso entrò in me e, quando superai un angolo oscuro della scala e una ragnatela invisibile fece ondeggiare la sua trama inconsistente sul mio viso e vi si appiccicò, fremetti come se avessi incontrato un fantasma." (Mark Twain)