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Infernum

Regia di Dutch Marich vedi scheda film

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La recensione su Infernum

di undying
8 stelle

Horror psicologico inaspettatamente originale, ben scritto, interpretato e diretto. Raggelante per quello che suggerisce e per come il regista riesce a creare, magistralmente, un ambiente fatto di ombre e suoni perturbanti e avvolgenti.

 

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Kimberly (città mineraria fantasma del Nevada). Camille (Suziey Block), rimane traumatizzata in giovane età a causa dell'improvvisa perdita dei genitori, misteriosamente scomparsi durante un campeggio, mentre nella notte un suono di indecifrabile origine li ha spinti ad inoltrarsi nel bosco. Venticinque anni dopo Camille, fidanzata con Hunter (Michael Barbuto), è diventata un'ottima scultrice, mentre continua ad indagare sull'inesplicabile fenomeno acustico, che saltuariamente si manifesta in prossimità di Kimberly. In compagnia dell'amico James (Clinton Roper Elledge), si avventura in un viaggio per intervistare testimoni dell'evento che sta di nuovo coinvolgendo la piccola cittadina. A causa di una frana e dell'intenso traffico, Camille e James -raggiunti anche da Hunter- sono costretti a prendere un treno, appositamente predisposto per l'occasione. Non arriveranno mai a destinazione, dato che a circa metà tragitto il convoglio si ferma in una lunga, gelida e tenebrosa galleria... 

 

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Infernum (2019): scena

 

Perchè Matthew Dutch Marich è un nome sconosciuto in Italia? Considerato che ha già all'attivo, come produttore, sceneggiatore e regista, quattro titoli horror (assolutamente da recuperare dato il risultato di Infernum): Bleed out (2011), Hunting (2015), The dark hand (2016) e Miserable sinners (2018). Questo Infernum (dal latino inferus, ovvero mondo sottorraneo) è una boccata d'aria fresca in un universo cinematografico ormai asfittico, costituito da inutili, prevedibili e chiassosi film intercambiabili l'un l'altro, fatti con lo stampino e assolutamente innocui. Originalissimo, scritto, diretto e interpretato magnificamente, con un budget di soli 220.000 dollari. Un gioiellino, che sarebbe certamente piaciuto ad Edgar Allan Poe e H.P.Lovecraft per atmosfere psicologiche e -davvero- spaventose. Atmosfere in grado di gelare il sangue nelle vene. E non per scene violente, che anzi qui cedono intelligentemente spazio ad un racconto gotico e misterioso. Dopo una perfetta introduzione, inizia il viaggio (allegorico) dei protagonisti: è un viaggio notturno, con un cielo vagamente annuvolato, schiarito debolmente dalla luna piena. Un viaggio con tappa intermedia; dall'auto i due sventurati viandanti sono costretti a salire su un obsoleto convoglio ferroviario. Da questo punto in poi Infernum conduce lo spettatore lungo un enigmatico e spettrale tragitto. Che termina, in maniera inattesa, in una galleria. La scomparsa dei macchinisti (e di quasi tutti i passeggeri), attira l'attenzione durante la visione, senza mai più lasciarla fuggire. Che sta succedendo? La luce viene a mancare, il riscaldamento non funziona. Sussurri, grida, lamenti. Centinaia di voci, di sconosciuta provenienza, all'unisono lanciate in urla spaventose. Mentre altri suoni angoscianti fanno da misteriosa (e paurosa) compagnia ai superstiti. Qualcuno tenta di uscire dal treno, ma fuori qualcosa stravolge le regole universali: lo spazio e il tempo non rispettano più logiche scientifiche. Sembrano seguire incomprensibili norme, (s)fuggenti al pensiero umano.

 

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Infernum (2019): scena

 

Marich ha le idee ben chiare, e infittisce egregiamente il mistero piazzando due o tre colpi di scena da infarto (il dialogo con walkie talkie, alla disperata ricerca di soccorso, e l'apparizione dei genitori scomparsi). Dopo aver coinvolto emotivamente lo spettatore, il regista si avvicina in zona esplicativa. Dove solitamente alto è il rischio di far crollare l'intera impalcatura, in questo caso costruita peraltro solidamente, con garbo e buon gusto. E invece sul finale Marich impenna ulteriormente verso l'alto la già potente forza narrativa e visionaria del film. Lasciando un punto interrogativo che finisce per dare il colpo di grazia alla già debole razionalità dell'insieme. Perchè Infernum parte in maniera realistica, accosta il mistero (in stile Ai confini della realtà, X-Files e Lost) e sfugge deliberatamente verso un horror psicologico intimista e cerebrale. Un mix riuscitissimo di ingredienti raffinati, proposti da un regista di classe, sicuramente da tenere d'occhio.

 

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Infernum (2019): scena

 

Curiosità 

 

- La maggior parte del film è stato girato nella ferrovia del Nevada (Northern Nevada Railway) utilizzando un convoglio d'epoca, funzionante nel lontano 1903.

 

- Lo spunto alla base di Infernum deriva da misteriosi suoni -apparentemente di origine naturale- uditi a tutte le latitanze e dalle più eterogenee persone. Incomprensibili effetti acustici marini subacquei (NOAA e Bio-Duck) o inquietanti riverberi (simili al rumore di un motore diesel) definiti "Brusio di Taos" dal nome della località in Nuovo Messico nella quale, durante gli anni '70, sono stati avvertiti.

 

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Infernum (2019): scena

 

"Nessun suono, una volta creato, va veramente perduto. Viaggia col vento e resta impigliato in qualche bosco segreto. Se trovassimo quel bosco, con un delicato tocco alle foglie potremmo sentire di nuovo i suoni di Ciclopi e battaglie antiche, di Cristoforo Colombo che grida 'Terra' e di Romeo che dichiara il suo amore a Giulietta. E andando più addentro nel bosco potremmo anche sentire suoni più familiari, quelli di lunghe estati e dolci autunni e di persone che ci furono care e persino il nostro pianto quando siamo nati." (Fabrizio Caramagna)

 

F.P. 19/12/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 85'38")

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