Regia di Joko Anwar vedi scheda film
Maya vive sola in una grande città indonesiana. Lavora in ore notturne presso il casello di una trafficata strada a pagamento, in perenne contatto con la sua unica cara amica e collega, con la quale peraltro progetta l'apertura di un negozio di tessuti, soprattutto da quando ha scoperto che un individuo al casello la sta perseguitando, provocandole uno stato d'ansia devastante.
Il folle individuo verrà bloccato dalla polizia proprio mentre si apprestava ad aggredire e ad uccidere con un'ascia la poveretta, che si decide a cambiare aria e a buttarsi nella nuova avventura commerciale con l'amica el cuore.
Poco dopo scopre, da una foto, di essere erede di una discreta fortuna appartenuta ai propri avi, di fatto sconosciuti. Recatasi nel luogo natio con l'amica, desiderosa di poter fare qualche soldo con l'eventuale patrimonio a disposizione, la ragazza e la sua amica andranno incontro ad un infausto quanto drammatico destino.
In capo alla famiglia della ragazza infatti, discende una maledizione che ha portato alla sterilità l'intero villaggio d'origine, circostanza che spinge gli abitanti a cercare di rimediare ad ogni costo, anche con la violenza più efferata, condita di antichi macabri costumi e rituali locali, alla drammatica maledizione che si abbatte sul villaggio e che ha proprio origine da un patto che un discendente della donna fece con il maligno, per poter assicurare una fruttuosa maternità alla sua sposa pressoché sterile.
Dall'apprezzato ed ormai noto cineasta indonesiano Joko Anwar, classe 1976, già ospite del FEFF alcuni anni orsono con l'inquietante Satan's slaves, Impedigore ha il gran merito si saper condensare e definire i contorni per una storia assai galvanizzante e tetra, che pur non raccontandoci nulla di veramente nuovo, è in grado tuttavia di saper giovare con ottimi risultati con la suspence e con una sapiente ricostruzione di ambienti ed atmosfere.
Anwar giostra bene situazioni ansiogene e gore, sfruttando un palcoscenico tutto sommato insolito, o un po' retrò che può ricordare certi vecchi film d'orrore con sfondi voodoo haitiani, e che ben si presta a ritrarre degnamente la dimora di un male assoluto che deve essere estirpato con la stessa insanguinata arma della violenza che esso utilizza per i suoi sordidi e malefici contratti a cui una umanità stolta e infervorata dai propri progetti si è rivolta, dando vita ad un processo di morte senza via di scampo.
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