Regia di Roan Johnson vedi scheda film
Il "gaucho" Viviani ritorna, rimpiange il passato, risolve un caso, brinda agli amici assenti e soprattutto rompe le scatole a tutti quelli presenti. Giallo cupo intelligente e comicità ben calibrata con vaghi sentori di satira: un Bar Lume D.O.C.. Voto 6 e mezzo-7.
Avviso : la recensione non contiene spoiler ma potrebbe contenere un irritante tentativo di acrostico.
Basta che ritorni il Viviani/Timi e subito il giallo prende quota, caricandosi di arguzie enigmistiche e suggestioni da cronaca nera.
A dire il vero anche in sua assenza la serie procedeva benone, grazie a una squadra di attori in gamba capitanata dal simpatico Battaglia/Fresi; qui si torna un po' alle origini, quando il giallo aveva più peso sulla trama.
Ritornando Massimino spezza gli equilibri che si sono creati, disturba idilli nascenti, svita ossessivamente consolidate lampadine, tormenta baristi e lascia interdetto anche il piccolo Ampelino, il suo pargoletto unoemezzenne già parecchio sveglio (infatti metterlo a nanna è quasi impossibile).
La combriccola dei quattro anzianotti abbonati al tavolino del bar, totalmente devota allo spritzino, subisce la presenza dell'eroe più di tutti, angariata da premure salutiste appiccicose e (affettuosamente, forse) vessatorie.
Unica a giovarsi del suo ritorno è la commissaria Fusco, a cui quel fiuto aritmetico fa sempre comodo.
Mirabolanti nomine e promozioni, intanto, sconvolgono le forze dell'ordine.
Esilarante ancora una volta il contributo di Tassone/Di Mauro, personaggio impagabile in cui la comicità pura incrocia la via della satira; la sua inarrestabile carriera in seno alle istituzioni, condita da assurde metafore gastronomiche, strizza l'occhio al Peter Sellers di "Oltre il giardino", fa ridere e anche un po' pensare, e fornisce gli spunti migliori ad un episodio che conferma quanto sia piacevole per lo spettatore tornare, di tanto in tanto, nell'allegra Pineta.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta