Regia di Catherine Gund vedi scheda film
Agnes Gund è una signora di Cleveland ultraottantenne con due particolarissime passioni che l'hanno resa celebre in tutto il mondo: l'arte e la filantropia. In questo documentario la figlia Catherine, già regista di svariate pellicole, traccia un ritratto di Aggie, così come viene soprannominata la generosa miliardaria.
Classe 1938, Agnes Gund ha attraversato la seconda metà del Novecento e i primi due decenni del ventunesimo secolo da comparsa, sempre in secondo piano, svolgendo però al contempo un ruolo da assoluta protagonista. Perciò la figlia Catherine ha deciso di dedicarle questo documentario che racconta la sua storia; la storia di una miliardaria fuori dai cliché del genere, di una donna fondamentalmente schiva e senza particolari vezzi o passioni se si escludono quella per l'arte contemporanea e quella per la filantropia. Ed è stato proprio unendole che Aggie (così viene soprannominata) ha realizzato l'opera che maggiormente l'ha resa nota: nel 2017 infatti Agnes Gund ha venduto Masterpiece di Roy Lichtenstein per una cifra pari a 165 milioni di dollari, che immediatamente ha reinvestito per la creazione di un fondo per porre fine al carcere facile per le minoranze negli Usa, l'Art for Justice Fund. Naturalmente siamo in odore di agiografia e la presenza della protagonista sullo schermo non aiuta a prendere le distanze in maniera critica – per quanto possa qui servire – dal soggetto del lavoro; a ogni modo Catherine Gund mette insieme una buona e variegata mole di momenti di vita vissuta da Aggie e altrettante testimonianze da parte di chi la conosce da vicino (colpisce quantomeno quella del regista trash/demenziale/camp John Waters). Agnes Gund, già presidente del MoMA di New York, ha contribuito negli anni anche a nobili cause a favore della lotta all'Aids e degli afroamericani e ha inoltre sostenuto molti artisti sconosciuti contribuendo alla loro valorizzazione. 6/10.
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