Regia di Brett Haley vedi scheda film
Ispirato al romanzo “All bright places” di Jennifer Nives, che è anche co-sceneggiatrice del film, assistiamo all’ennesimo dramma adolescenziali targato Netflix, che sembra incapace di andare oltre i limiti del genere.
Nel grande catalogo della produzione targata Netflix si possono trovare titoli di assoluto valore (Roma e The Irishman, per citare i più celebri), mischiati a un’infinità di titoli che sembrano fatti con lo stampino. Raccontami di un giorno perfetto è tra questi.
Brett Haley dirige un cast giovane ma di tutto rispetto, nel quale si esalta ancora una volta Elle Fanning, sempre sopra la sufficienza in ogni sua apparizione, che interpreta Violet, e l’altro giovane protagonista della storia, Theodore Finch, interpretato da Justice Smith, il quale si era reso protagonista in Pokemon: Detective Pikachu.
Violet e Theodore sono due adolescenti che frequentano la stessa classe. Violet ha perduto la sorella in un tragico incidente stradale, mentre Theodore soffre per via di problemi familiari, un padre violento e una madre assente per via del lavoro.
Dopo la scomparsa della sorella, Violet sembra essersi chiusa in una bolla dalla quale non è in grado di uscire. Theodore, un ragazzo con dei problemi, da tutti definito “schizzato”, proverà ad aiutarla a modo suo.
Lo splendido scenario dell’Indiana, fa da sfondo al viaggio intrapreso dai giovani, in fuga dal passato e dal dolore. La natura è l’unico luogo pacifico e colorato in una realtà grigia, ordinata e alienante. La pace che la natura trasmette, è ben resa da una fotografia calda e coinvolgente.
Tuttavia, dopo una prima buona parte, che nonostante le solite banalità dovute a dialoghi adatti a tumblr, con in più l’utilizzo di alcune celebri frasi di scrittori (Woolf e Pavese) che non arricchiscono affatto una sceneggiatura di suo molto piatta, si assiste a un profondo cambiamento che stravolge l’intero corso del film. Il centro di questo cambiamento è Finch, e proprio in questo aspetto il film mostra il suo punto più debole. Nella prima parte infatti, la figura di Finch resta marginalizzata, poiché gran parte dello spazio viene dedicato a Violet. Proprio per questo motivo, è inaspettato e immotivato l’andamento che il film segue nella seconda parte. Il personaggio di Finch, poco approfondito nella prima parte, subisce lo stesso trattamento nella seconda parte. Non bastano le rapide e scontata spiegazioni che vengono fornite (su tutte, quello del padre violento) per risolvere un’assoluta mancanza di profondità nel personaggio principale della vicenda.
Ci sono altri personaggi, tutti marginalizzati. Quello di Violet accentra su di sé tutti i riflettori, togliendo spazio a possibili sviluppi caratteriali e approfondimenti utili al risultato finale.
Sebbene Violet e Theodore cerchino di uscire dalla normalità che li circonda, essendo questo il timore più grande (almeno per la ragazza), Raccontami di un giorno perfetto rientra nell’assoluta normalità dei film del genere adolescenziale. Niente di più, niente di meno.
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