Regia di Domenico Paolella vedi scheda film
Il commendator Paoloni, industrialotto con ambizioni politiche, ha l’hobby di salvare le persone che stanno per annegare, ma la sua venticinquesima “vittima” gli si presenta in casa e avanza una richiesta precisa: visto che lui gli ha restituito la vita, ora deve anche provvedere a mantenerlo insieme alla sua numerosa famiglia. Spesso accostato a Boudu salvato dalle acque (1932) di Renoir, che in effetti ha un soggetto simile, il film è però l’adattamento di una commedia di Augusto Novelli. Simpatico lo spunto di partenza vagamente pirandelliano, ma lo sviluppo non è all’altezza: la parte centrale è tutta caciara, intrighi e gag di Totò (Cervi è un po’ ingessato, ma del resto il suo ruolo lo richiede così). Il finale, leggendo fra le righe, è più cinico di quanto può sembrare: se il poveraccio libera il benefattore da un’amante approfittatrice e da un segretario disonesto forse non lo fa per generosità disinteressata, ma per alzare la posta in gioco e prendersi tutto.
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