Regia di Domenico Paolella vedi scheda film
Fiacca e bolsa commedia con Totò e Gino Cervi, dove, stranamente, è quest'ultimo ad avere le scene migliori, anche in chiave comica, soprattutto quando mostra una malcelata falsa modestia. Il comico napoletano, invece, dopo una prima parte nella quale svolge un ruolo di rottura, nella seconda metà del film si trasforma quasi nell'angelo custode del suo involontario benefattore, trasformandosi in colui che ricompone tutte le situazioni messe in piedi dal film, compresa la moralistica salvaguardia del matrimonio dell'industrialotto. Naturalmente Totò non ha alcuna colpa della scarsa riuscita del film. Le responsabilità vanno semmai ricercate in una sceneggiatura scritta forse a troppe mani, tante da annacquare la verve surreale di uno degli autori, come Marcello Marchesi, il cui nome viene ironicamente usato per dare il nome alla via di residenza del personaggio di Cervi.
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