Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film
Il marinaio Luca torna a casa dopo anni e cerca l'amata Silvana. La ragazza però nel frattempo si è fidanzata con un altro e, mentre tentenna di fronte alla vecchia fiamma, Luca si lascia sedurre dalla madre di Silvana. Quando quest'ultima, infine ripudiata dal giovane, viene assassinata, tutti i sospetti convergono sul marinaio.
Melodramma partenopeo all'ennesima potenza: si prende una canzone melodica celebre e si sceglie come titolo della pellicola, riservandole un angolo apposito nel corso dello svolgimento della storia, si costruisce il cast intorno a un paio di attori giovani e aitanti (Massimo Serato e Silvana Pampanini, per l'occasione), con vampata di originalità che consiste nell'introduzione di un villain/antagonista femminile (Nada Fiorelli), si creano le condizioni per un amore corrisposto, ma contrastato dagli eventi impazziti e si veleggia trionfalmente verso un finale apertamente tragico, ma con colpo di scena risolutivo telefonato quanto non mai. Marechiaro, come si sarà evinto, contiene qualche idea interessante e tanto mestiere – ma nulla più; se la sceneggiatura è accreditata ufficialmente al solo Anton Giulio Majano, pare comunque che anche Mario Monicelli ebbe modo di parteciparvi, così come Wikipedia cita contributi da parte anche di Franco Rossi, Vincenzo Talarico e Sandro De Feo. Indubbiamente la realizzazione è stata curata doverosamente, pur trattandosi di un'operina di mero intrattenimento, senza tante pretese; tra gli altri attori possono citarsi poi Arnoldo Foà, Augusto Di Giovanni, Enrico Luzi e Agostino Salvietti. La regia è del troppo spesso sottovalutato Giorgio Ferroni, i cui assistenti su questo set sono stati il già citato Monicelli, l'altro futuro regista Armando Grottini e nientemeno che Rodolfo Sonego. Svariati i momenti canori, naturalmente immancabili quanto pretesuosi. 3,5/10.
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