Regia di Vincenzo Natali vedi scheda film
Il regista esordiente mostra un talento visivo e inventivo fuori dal comune. Molto bella e particolare l'idea del cubo con i suoi settori tutti uguali tranne per colori e numeri di identificazione. Ma poi scade, in maniera disarmante, quando si tratta di descrivere i personaggi! Sono tutti stereotipati (chi dopo Rain Man non si sarebbe aspettato che il ritardato Kazem fosse capace di estrarre a mente i numeri primi da cifre enormi?) e, per di più, retorici al massimo. Il tentativo di un attacco al poterre costituito e alla malvagità del mondo resta soltanto superficiale e ridicolo. Per non parlare dei dialoghi, totalmente inutili e insignificanti, o della recitazione degli attori, francamente carente (che dire dello sguardo spiritato di Quentin quando ricompare all'improvviso o del volto progressivamente schifato di Leaven quando Quentin tenta di violentarla?).
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