Ecco di ritorno, per la terza volta sullo schermo - ma per la prima volta senza James Wan in regia - la coppia di ormai assai noti demonologi Lorraine ed Ed Warren, alle prese, in questa occasione, con un caso destinato a portare per la prima volta, e non senza un certo scalpore, entro un'aula giudiziaria un caso di omicidio motivato da "cause di possessione".
Si perché il male, che si trasferisce da un bambino al premuroso ed altruista fidanzato della sorella, spingerà quest'ultimo a commettere un omicidio che sarà compito dei Warren dimostrare essere stato commesso su responsabilità del maligno, e non per diretta volontà del materiale esecutore.
Tutto accuratamente e rigorosamente spacciato come vero, tutto ancor più accuratamente ambientato nei primi anni '80, per proseguire le tormentate vicende della coppia di medium e studiosi dell'occulto in grado di sfidare le più malefiche tentazioni sataniche.
Peccato che stavolta la storia al centro della vicenda, pur sdoppiatasi in due a causa delle possessioni che si succedono, non offra per nulla spunti nuovi di interesse, ma paia una pedissequa scopiazzatura di situazioni da manuale viste in molti altri spesso illustri predecessori, senza che lo sviluppo riesca mai a fornire quegli originali sussulti di suspence o sorpresa che, al contrario, le prime due vicende inerenti la coppia e diretti da Wan, invece riuscivano a garantire.
E se il tempo passa pure per gli indistruttibili ed incorruttibili Warren, con Ed-Patrick Wilson seriamente compromesso dopo l'infarto che il rituale di esorcismo ad inizio film gli procura, e con una Lorraine-Vera Farmiga che pare sempre di più, grazie anche ad una capigliatura inverosimile, una Nonna Papera in carne ed ossa, il film si perde in inutili trabocchetti nel tentativo di risultare più "sussultorio" di quanto poi non si riveli mai.
Manca la genuinità, qui cancellata dalla routine e da una regia - a cura di quel Michael Chaves decisamente migliore nel suo precedente ed inquietante La Llorona, che non riesce, nonostante l'accuratezza scenografica e della ricostruzione degli ambienti/situazioni, a risultare mai veramente valida ed azzeccata per creare sussulti veri, degni di un horror che si rispetti.
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