Regia di David Mamet vedi scheda film
Secondo film della stagione, sesta regia per il cinema e prima opera in costume, fresca reduce dalla sezione “Un certain regard” di Cannes ‘99: questi i numeri della nuova fatica del commediografo David Mamet che riprende una pellicola del 1948, “Tutto m’accusa” di Anthony Asquith, ambientata nell’Inghilterra del 1910. Il “caso Winslow” scoppia in una famiglia benestante a causa di un’accusa infamante: il figlio 14enne è ritenuto responsabile di un furto di un vaglia postale di 5 scellini dalla scuola militare dove studia e presta servizio. Il padre (un magnifico Nigel Hawthorne) e la sorella maggiore militante femminista (Rebecca Pidgeon) non ci stanno e cominciano una battaglia legale apparentemente spropositata che coinvolge addirittura la Corona. “Vale la pena impegnare tanto del nostro tempo per questa lotta?” chiede Gemma Winslow al marito Arthur. È uno dei temi di questa arguta e raffinata querelle sull’onore, sui rapporti uomini-donna, sui grovigli della giustizia e dei “diritti che devono prevalere”. Nel ruolo dell’avvocato difensore c’è Jeremy Northam, visto a Cannes anche in “Un marito ideale” vestito degli stessi abiti.
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