Regia di Rose Troche vedi scheda film
Leo, gay con tendenze etero, abita con Darren, omo militante. Il ragazzo, in crisi, frequenta il corso di meditazione guidato da Keith e lì conosce Brendan, un irlandese che sta rompendo con la fidanzata storica e che, grazie a Leo, scopre la sua “parte femminile”. Il traffico è intasato: le camere, i corridoi, gli appartamenti londinesi di queste anime perdute in cerca di sistemazione affettiva, brulicano di incontri segreti, cene a lume di candela, feste per i cari amici, disquisizioni sessuali consumate con libertà. La regista indipendente americana Rose Troche, dopo l’esordio con “Go Fish”, divenuto nel frattempo uno dei manifesti del cinema lesbico, si trasferisce a Londra (la San Francisco degli anni ‘90...) e realizza quello che potrebbe diventare uno dei manifesti del cinema omosex. Attori frizzanti di scuola teatrale, ironia, battute e situazioni “compromettenti” e un’atmosfera in bilico tra anarchia e sudditanza monarchica. Un’operina brillante, veloce, irriverente, che vive bene fra i problemi contemporanei e non si prende troppo sul serio.
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